Basketnet.it, alganews.it. La crisi dell’Italia alla vigilia dell’Europeo, si perde sempre, anche al supplementare, con la Grecia. Sarà mai la nazionale di Cervi? Cinciarini da tagliare, Burns da confermare. Via Amedeo (che resta a Reggio), ingiusto, e Baldi Rossi

Christian Burns giocava a Brescia, adesso a Cantù. Merita di essere fra i 12

Vanni Zagnoli
Avviso ai naviganti del basket, ci avviamo agli ultimi tre tagli della nazionale, a una settimana dagli Europei.
Il bocciato di lusso è Riccardo Cervi, reggiano, pivot dominante nelle scorse stagioni a Reggio (finalista scudetto, ma non nelle gare chiave), ad Avellino (semifinalista brillante, con quasi colpo a Reggio), meno nello scorso campionato. Ricky è il nuovo capitano della Grissin Bon, che probabilmente concederà Amedeo Della Valle a Torino, resterà l’unico grande giocatore della più continua realtà recente del basket italiano, con l’Eurochallenge e la supercoppa, le due finali tricolori in sequenza e per il resto quarti playoff e una semifinale di coppa Italia. Ricky è una persona normale, al contrario per esempio di Aradori che, spalleggiato dal procuratore Riccardo Sbezzi, non accetta domande vagamente critiche, non ha problemi a raccontare e a raccontarsi, fatto sta che la sua nazionale non s’ha da fare. Due anni fa, con Simone Pianigiani, era riserva a casa, agli scorsi Europei, stavolta era il pivot titolare, talmente titolare da essere spesso spazzato via dagli avversari. Pochi minuti e poi in panchina, da quando è in A gli è capitato spesso. Aveva problemi a un ginocchio, due anni fa, per questo Milano lo ricusò, i problemi sono anche di tenuta, in difesa, a rimbalzo difensivo, a rimbalzo offensivo, il famoso tagliafuori, la classe non basta. Per questo è stato richiamato il ruvido pordenonese Marco Cusin.
“Altro giro altro regalo”, è intitolato un libro di Flavio Tranquillo, caricatissima voce di Sky. Altro giro altro taglio, pensavamo toccasse ad Andrea Cinciarini, che fra lunetta e contropiede ha gettato lo scudetto a Reggio, da capitano, a Sassari, e a Milano ha inciso pochino, al di là della leadership. E’ un altro seguito dal ragusano Sbezzi, bel caratterino, al punto che il pubblico emiliano lo becca regolarmente, dal momento che aveva promesso amore eterno alla città del primo tricolore. A 31 anni perde brillantezza, continuità, incide poco. Per due Europei era piaciuto tanto, adesso è comprimario, esattamente come nell’Olimpia. E il mestiere di capitano non basta e il vice Hackett è Filloy, scudettato con Venezia e passato ad Avellino. L’Italia ha già Datome. Cinciarini è in ballottaggio con Della Valle, comunque più convincente e talentuoso. Come nella bomba messa contro la Grecia. Eppure è stato tagliato Amedeo, discutibile.
Il terzo da escludere potrebbe essere Abass, che a Messina piace ma onestamente incide poco. Meglio portare il volitivo Burns, allora. Dimenticavamo Baldi Rossi, sì, è toccato a lui, giustamente, ma uno di Trento, vicecampione d’Italia, in nazionale ci stava bene.

Pascolo non è al top, Datome è irriconoscibile rispetto all’Eurolega, Beli non basta. E poco dà anche l’ala Nicolò Melli, che a Reggio in serata con Cecilia Zandalasini raccontava la sua gioia per essere allenato da Messina e da Obradovic, il miglior coach d’Europa. Al Bamberg si è aggiudicato due scudetti, dopo quello con Hackett a Milano, con Luca Banchi in panchina, in nazionale piaceva di più con Pianigiani.
Messina si ama, non si discute, però il suo basket ruminato, ritmo lento e difesa, è poco spettacolare. Pianigiani divertiva di più, Meo Sacchetti a Sassari ma pure a Brindisi era più a briglia sciolte. Se si deve perdere, perchè si è inferiori, e la 4^ sconfitta in sequenza dice tutto, con il 59-49 del 34’, meglio farlo divertendo, no? Invece, invece. L’infortunio a Gallinari leva talento, come la controstagione di Alessandro Gentile, Pietro Aradori a Cantù e a Reggio è sempre piaciuto, almeno in attacco, dovrebbe essere il leader, tantopiù in assenza di Belinelli, oggi a riposo per un sovraccarico a un ginocchio.
Il momento azzurro preoccupa l’intero mondo del basket. Spiro Leka è il tecnico di Pesaro, l’unico albanese del nostro sport di vertice. Ha 52 anni, si aggiudicò 7 scudetto oltradriatico, con il Partizani Tirana, faceva il play. “La pallacanestro ha parecchi albanesi:
Ndoja neopromosso con la Virtus Bologna, Bushati semifinalista di coppa Italia a Brescia, Ray Pullazi in A2 a Legnano. Senza dimenticare i calciatori Hysaj e Memushaj, Strakosha e Berisha e il ds della Lazio Igli Tare. Io sono in Italia da 26 anni”.
Alla Vuelle Leka è subentrato a Paolini a 9 giornate dalla fine, gli bastarono 3 vittorie per raggiungere la salvezza. “L’Italia da una settimana è down, ma può almeno superare la fase a gironi, abbiamo fiducia nella guida tecnica. Dalle Marche seguiremo con la massima attenzione la nazionale, al di là dei nostri 3700 abbonati sulla capienza da 9mila del Palas”.
Che tempo quando la Scavolini aveva Walter Magnifico e Ario Costa, con Sandro Gamba arrivarono podi in sequenza, adesso siamo lontani. Questa Italia tiene al massimo un tempo, rischia di non andare oltre gli ottavi.
Filloy va benino, ci sono sprazzi assortiti, di Melli, Aradori, di Burns, però non siamo competitivi.
Domani alle 17,45 con la Georgia sarà una passeggiata, l’ultima pre Europei, poi a Tel Aviv con Israele si è forse sfavoriti. Il 63-58 a 1’51” rende dignitoso il finale. Noi siamo allo 0 di Hackett (inteso come maglia), perchè il trecciolinato figlio di Rudy, ex Reggio Emilia, anni ’80, penetra il -3. Manca poco, ancora però non ci siamo.
Anzi, ci siamo. Sloukas sbaglia la tripla, Melli cattura. Fallo di Calathes su Hackett, 2-2 e 62-63. Contatto generoso, su Papanikolau, 1-2 e timeout Messina. A -40”. Melli sbaglia, Burns trasforma la carambola. 64 pari e overtime, a senso unico a favore degli ellenici. L’attacco azzurro nel supplementare è da 5 (bravo Biligha), la difesa da 7.
Un anno dopo il disastro olimpico di Torino, con la sconfitta contro la Croazia, di una generazione che probabilmente vincerà nulla. Nel millennio siamo fermi all’argento olimpico del 2004 con Pozzecco e al bronzo di Euro ’03, in Svezia, sempre con l’antico Carlo Recalcati.

 

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