iio il critico televisivo, almeno sul mio sito, alla Aldo Grasso. Gli eccessi di Enrico Boni

Dunque, due sottolineature. Qui scrivo a titolo personale, con amici che ogni tanto mi aiutano, ormai solo Paolo Martocchia.

Se i grandi quotidiani e periodici hanno i critici televisivi, dei grandi e piccoli programmi, come Aldo Grasso per il Corriere della Sera, io ho la presunzione di giudicare i colleghi, pubblicamente, privatamente, di pontificare, di dare i voti, di bacchettare. Premesso che sono allergico alle critiche, non amo gli eccessi. Alzare la voce, fare il teatrino, prima di tutto il rispetto, per tutti.

Enrico Boni lunedì sera ha inscenato un’uscita non bella, non la prima. Citando il nome di un collega di tv nazionale, dove collaboro anch’io. Un collega interlocutore di dove lui stesso appare. Non è solo la mancanza di rispetto nei confronti del collega, è il gesto in sè, la volgarità.

Il mio discorso è più ampio, servirebbe un codice per gli eccessi, di tutti i personaggi televisivi, specie per i giornalisti.

Un conto è parlare degli assenti al telefono, a due, per mail, in chat, comunque privatamente, un altro è su un media molto visto. Il fairplay, prima di tutto.

Ovviamente non ho tempo per seguire tutto, per giudicare. Non servono scuse, spiegazioni, nulla. Sono certe cadute di stile che a me non piacciono. Da giornalisti, presidenti, tifosi. Per questo amo Avvenire, Famiglia Cristiana, i grandi quotidiani, perchè danno messaggi positivi. Sempre, a tutti, a prescindere.

 

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