Il Giornale di Sicilia. In autunno, Franco Colomba racconta la sua esperienza indiana: “Cambio dopo 40 anni di calcio italiano, trasmetto i miei valori”.

L’integralità del pezzo uscito in autunno su Il Giornale di Sicilia

Vanni Zagnoli

Anche Marco Materazzi va in India, come allenatore ma eventualmente è pronto persino a tornare in campo, a 41 anni. “Se necessario – racconta – sono pronto a giocare, ma voglio concentrarmi sul mio ruolo di allenatore”.

Parla dal sud dell’India, ha firmato un contratto con i Chennai Titans, una delle otto squadre della nuova Indian Super League (Isl).

“Abbiamo ottimi giocatori e io non sono il migliore. Dobbiamo fare del nostro meglio nel torneo e possibilmente vincere”.

E’ la prima volta che Materazzi svolge il duplice ruolo di tecnico e difensore. Nel decennio all’Inter vinse tutto, anche in Asia è famoso in India per la celeberrima testata di Zinedine Zidane.

“Qui il cricket è una religione, il calcio però diventerà uno sport popolare grazie all’Isl: il torneo parte il 12 ottobre e dura tre mesi”. Il club appartiene ad Abhishek Bachchan, star di Bollywood: è la fusione di Bombay e Hollywood, ovvero il cinema popolare in lingua hindi e occasionalmente in urdu, differente dal cinema hindi d’autore e dalle altre cinematografie indiane: tamil, malayalam, telugu e bengali. Nella rosa del club di Chennai c’è un altro ex interista, il mancino Mikael Silvestre.

Laggiù sono stati preceduti al Pune da Franco Colomba, che a 58 anni si è rotto le scatole di aspettare chissà quale occasione e sta svolgendo la preparazione, in parte anche in Italia, vicino a Firenze.

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Franco Colomba

Viene in mente il precursore Romano Mattè, alla guida di Indonesia e Mali, sino al 2001, ma il tecnico veronese non era mai arrivato neanche in B. Colomba era finito in Lega Pro solo in avvio di carriera (con Olbia e Novara) e 7 anni fa (a Verona). Peraltro Gigi Simoni era sceso in C1, alla Carrarese, prima di imboccare la strada dell’Europa con Cremonese (angloitaliano) e Inter.

“A me – racconta il tecnico emiliano- non conveniva accettare una Lega Pro, anzichè finire al Pune. Ho già lavorato nel giardino di casa. Abito a mezzo chilometro dallo stadio Dall’Ara, al Bologna mi ero salvato, eppure il presidente Porcedda volle sostituirmi alla vigilia del campionato, 4 anni fa. Avevo fatto bene anche a Parma, senza evitare l’esonero. Ripartire dalla terza serie sarebbe stato irrispettoso, per quanto ho dimostrato in un quarto di secolo”.

Già tre anni fa doveva nascere il supercampionato indiano, con Fabio Cannavaro e Crespo, allora riserva nel Parma di Colomba. “Il progetto venne procrastinato, ora fanno le cose nel modo giusto”.

A foraggiare il club arancioviola c’è la famiglia Della Valle. “La Fiorentina vuole esportare il suo marchio in giro per il mondo, in un Paese calcisticamente colonizzabile. Pune ha 2-3 milioni di abitanti, 8 comprendendo i sobborghi. Gli indiani sono un miliardo e mezzo, la nazione è vasta e con potenzialità. Impazzano cricket, hockey su prato e rugby, dunque gli sport britannici, però attecchiremo anche noi”.

L’India copia la Cina e il Guangzhou di Lippi e degli ex azzurri Diamanti e Gilardino. “La filosofia è diversa, anche da Emirati e Giappone. Gli ingaggi in questa nuova lega sono più contenuti, esiste un salary cap, come nell’Nba. C’è voglia di costruire il campionato dalle basi, facendo crescere giovani”.

Tre stagioni fa, Matteo Ferrari fu il primo italiano a emigrare in Canada, convinto che la major league diventasse fra i 4 campionati più importanti al mondo, ancora però il campionato nordamericano non si è imposto all’attenzione internazionale. “Serve pazienza. Per lanciare la I-league, ciascuna società piglia un topplayer, noi abbiamo Trezeguet. Ha 35 anni, è stato campione del mondo nel secolo scorso, eppure è motivato e ci aiuterà a lavorare con le scuole calcio. Mi porto il portiere Belardi dal Pescara, il difensore Cirillo, ex interista, dalla Grecia, l’esterno mancino Magliocchetti, già in Lega Pro, e mio figlio Davide, anche in B. Sono giocatori di ogni categoria, anche per capire il reale livello degli indiani: in rosa ne ho 14”.

Sostiene Marcello Lippi: “La lingua resta la difficoltà più grande. Il traduttore non parla al cuore, come ho sempre fatto io ai giocatori”. “Qua tutti parlano inglese, oltre all’indiano. In fondo sono 11 ore di volo. La cucina? Mancano carne rossa e pasta, mangeremo riso e pollo e molto speziato, con il curry. Ci adattiamo”.

Tanti allenatori colleghi rifiutano l’estero anche più comodo oppure fanno toccate e fughe. Franco Colomba non sarà una meteora indiana, anche se firma per una sola stagione. “Avevo voglia di esperienze nuove, dopo 40 anni nel calcio italiano. Il ds viola Daniele Pradè prospetta questa opportunità, in un quarto d’ora accetto. Nel Belpaese perdiamo la dimensione umana dello sport, in Asia trasmetto i miei valori. Assieme a un dirigente che verrà da Firenze”.

Come sarà il campionato?

“A 8 squadre, 2 vengono sponsorizzate da spagnoli (Atletico Madrid) e olandesi (Feyenoord). Dura 2 mesi e mezzo, 14 giornate più 3 di eventuali playoff. Si gioca il mercoledì e la domenica. Cominciamo il 12 ottobre, da gennaio si programma la stagione successiva. Il pubblico non mancherà: Bombay ha 24 milioni di abitanti, Calcutta e Nuova Delhi 15…”.

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