Il Gazzettino, atletica, mondiali di Londra. Mo Farah re dei 10.000, Bolt si lamenta dei blocchi. Le eliminazioni di Margherita Magnani e di Ojiaku

Mo Farah e Bolt a Londra 2012 (repubblica.it)

Vanni Zagnoli
Ai 600 metri dalla fine, Mo Farah parte e naturalmente non lo fermano più. Sono suoi anche i 10mila dei mondiali di Londra, è alle ultime gare in pista della carriera. Lo impegna l’ugandese Cheptegei, argento, sino ai 200 metri, vince in 26’49”51, miglior tempo dell’anno, bronzo Kenya, di Tanui. E’ il primo oro di questi 10 giorni emozionanti, scontato ma per qualche decina di metri non lo è stato, perchè Farah aveva pure toccato il cordolo, per due volte. E’ al decimo titolo fra mondiali e olimpiadi, un record.
E’ stata la serata sua e di Bolt, che inscena lo show con il pubblico e si fa tre volte il segno di croce per le ultime corse della carriera. Parte lentamente, sui 100 stampa 10”07. Vale un 9”85, anche se scuote la testa. Incidono i dolori alla schiena, rifulgono le coloratissime scarpe. Passa con il 7° tempo, il migliore è di un altro giamaicano, Forte, 9”99. Gatlin è accompagnato da qualche fischio per il passato di doping, fa appena meglio, l’ex campione del mondo Blake, terzo giamaicano, è parecchio imballato ma raggiunge le semifinali. In programma nel pomeriggio, alle 19,05 (Raisport, Eurosport1), mentre la finale è alle 22,45, su Rai2.
Fuori i due azzurri, 18° nel salto in lungo Kevin Ojiaku, 29^ Margherita Magnani sui 1500. Il primo salto del piemontese con papà nigeriano è dignitoso, a 7,82, va in calando, 7,64 e 7,38. Per raggiungere la finale bastavano altri 10 centimetri, il suo personale di 8,20 è stato casuale: “Nella rincorsa mi indurivo”. E’ nella dozzina di nuovi italiani, sul totale di 36 iscritti.
Qualificazioni fatali anche a due americani, soprattutto a Jeff Henderson, oro olimpico; il migliore è il ceco Juska, 8,24. Eliminata un’altra statunitense, Suhr, favorita nell’asta. Nel disco, comanda lo svedese Stahl, con 67,64.
La cesenate Magnani ha gareggiato tantissimo, per raggiungere i mondiali, arriva in 4’9”15: “Avevo l’obiettivo semifinale, adesso mi dedicherò a distanze più lunghe”. E’ 12^ nella terza batteria, passano le prime 6 e i 6 migliori tempi, servivano 4” in meno. Sono favorite Genzebe Dibaba e la Semenya, sempre discussa. Oggi scende in pista solo un italiano, il ligure Davide Re, dalle 11,45, nelle batterie dei 400. Si assegnano 4 titoli: disco, lungo e 100; dalle 22,20 i 10mila femminili.
Lo stadio olimpico londinese è quasi esaurito, sono stati venduti 660mila biglietti sul totale di 700mila disponibili. Le cerimonia emoziona per i canti, anche di coriste attempate, e per l’intervento di Sebastian Coe, presidente Iaaf, che 5 anni aveva aperto le olimpiadi. C’è già voglia di record.

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L’articolo pubblicato sulla prima edizione

Vanni Zagnoli
Bolt c’è, ai 16esimi mondiali di atletica leggera, ma le batterie per lui ancora troppo facili. Inscena il suo show, con il pubblico di Londra, si fa tre volte il segno di croce per le ultime gare della carriera. Parte lentamente, stampa sui 100 il 10”07. Vale un 9”85, anche se scuote la testa. L’accelerazione è ritardata, incidono i dolori alla schiena, si fa notare per le coloratissime scarpe, la sinistra è dorata, la destra azzurra. Passa con il 7° tempo, il migliore è di un altro giamaicano, Forte, con 9”99. Gatlin accompagnato da qualche fischio per il passato di doping fa appena meglio del fulmine, l’ex campione del mondo Blake, giamaicano, fatica di più, a raggiungere le semifinali. In programma nel pomeriggio, alle 19,05 (Raisport, Eurosport1), mentre la finale è alle 22,45 (Rai2).
Fuori i due azzurri in gara ieri, 18° nel salto in lungo Kevin Ojiaku, 29^ Margherita Magnani sui 1500. Il primo salto del piemontese, di Ivrea, con papà nigeriano, è dignitoso, a 7,82, poi va in calando, con 7,64 e 7,38. Per raggiungere la finale sarebbero bastati altri 10 centimetri: “Non so cosa sia successo, nella rincorsa mi indurivo eccessivamente”. Fa parte della dozzina di nuovi italiani, di questa nazionale, sul totale di 36 iscritti.
Qualificazioni fatali anche a due americani, compreso Jeff Henderson, oro olipmico, 17°. La misura migliore è del ceco Juska, 8,24.
La cesenate Magnani ha gareggiato tantissimo, per qualificarsi per i mondiali, arriva in 4’9”15: “Avevo l’obiettivo semifinale, peccato”. E’ 12^ nella terza batterie, passano le prime 6 e i 6 migliori tempi, servivano quasi 4” in meno. I migliori crono sono di Genzebe Dibaba, etiope, e della sudafricana Caster Semenya, sempre discussa.
Oggi è in gara solo un italiano, il milanese Davide Re, dalle 11,45, nelle batterie dei 400. Si assegnano 4 titoli: disco, lungo e 100, mentre alle 22,20 ci sono i 10mila femminili, in turno unico.
Lo stadio olimpico londinese è quasi esaurito, sono stati venduti 660mila biglietti, in totale, su un totale di 700mila disponibili, per i 10 giorni di gare. Le cerimonia inaugurale emoziona per i canti, anche con coriste attempate, e per l’intervento di Sebastian Coe, presidente della Iaaf, che 5 anni aveva aperto le olimpiadi. Lo spettacolo è iniziato, c’è già voglia di record del mondo.

 

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