Il Gazzettino, Napoli-Real Madrid. L’ex ds napoletano Riccardo Bigon: “Nel 2010 potevo portare Bale, bastavano 10 milioni, è il mio grande rimpianto”. L’ironia di Sarri. Zidane: “La mia ultima volta al San Paolo fu per la partita di addio di Ciro Ferrara”

Florentino Perez e Zinedine Zidane, presidente e allenatore del Real Madrid (sport.naij.com)

Vanni Zagnoli
Quante chances può avere, il Napoli, di rovesciare il 3-1 di Madrid? Un 15%, tantopiù che al San Paolo ha perso con l’Atalanta e il Besiktas, pareggiato 1-1 con il Palermo e il Sassuolo, 0-0 con la Dinamo Kiev. Il precedente di 30 anni fa non è incoraggiante: perso 2-0, gol di Michel al 18’ e autorete di De Napoli, al ritorno segnò il mancino Francini al 9’ ma il pari all’intervallo di Butragueno, da vero buitre, smorzò l’interesse per la ripresa. Serve non prendere gol, poichè 3 è molto difficile segnarli, e magari realizzarne uno nel primo tempo. In quel primo turno erano in campo Garella, portiere dello scudetto del Verona, e il libero Renica, una vita a nordest anche da allenatore, mentre Carnevale subentrò a Giordano e adesso è capo degli osservatori dell’Udinese.
Stavolta non c’è duello che veda gli azzurri superiori, nella partita più importante dei 91 anni di storia, contro i campioni d’Europa e del mondo. Due settimane fa, il gol di Insigne aveva illuso, poi sarebbe potuta finire persino 5-2.
“Il Real – sostiene Maurizio Sarri – è la società più ricca e con più trofei al mondo. Per noi è quasi impossibile ma gli faremo girare leggermente i coglioni… La pressione è tutta loro: segnano almeno un gol da 46 partite consecutive, è normale che passino; se abbiamo il 3%, ce lo giochiamo sino in fondo”.
Al San Paolo c’è l’esaurito, con la capienza di 56mila posti (servivano gli 87mila di 30 anni fa), per un incasso di 4,5 milioni. “I tifosi devono tirare fuori la nostra anima, perché, per spaventare il Real, serve negli occhi una determinazione fuori dal comune: è abituato a grandi partite, in condizioni ambientali non semplici, concediamogli il minor numero di palloni con spazio a disposizione”. L’ex bancario scherza: “Ho chiesto di giocare con l’uomo in più, l’Uefa non me l’ha concesso”. E’ sardonico anche su De Laurentiis: “Abbiamo parlato mezz’ora, 28’ sono stati di cinema. Ho buttato giù due idee per qualche sceneggiatura, speriamo che mi faccia fare un film. Di calcio si è parlato solo di situazioni futuribili”. Magari del suo contratto, in bilico.
Zidane è solo alla 3^ stagione in panchina, venne a Napoli l’ultima volta venne nel 2004, per l’addio di Ciro Ferrara. “In questo stadio – spiega – il pubblico spinge in maniera incredibile, l’ho vissuto da giocatore, amo gli ambienti così, è una motivazione in più per entrambe. Non credevo di tornarci da allenatore, faccio il mestiere che preferisco e ho lavorato tanto per arrivarci”.
Gli azzurri hanno il miglior attacco d’Italia, con 78 gol stagionali. “Partiranno con molta intensità, sono veloci, organizzati e anche forti in contropiede”. Al fianco di Cristiano e Benzema, Zizou impiega Bale. “Nel 2010 – raccontava l’ex ds Riccardo Bigon, ora al Bologna – il gallese si poteva portare a Napoli per 10 milioni: al Tottenham giocava poco, 3 anni dopo passò al Real per 110. E’ un rimpianto”. In difesa, l’infortunio di Varane fa rispolverare Pepe. ”Quest’anno – ammette Zidane, sostituto dell’ex Benitez – abbiamo chiuso solo 4 gare senza prendere gol. E la vittoria di Roma dà sicurezza al Napoli”.
In tribuna tre presidenti: del Real, Florentino Perez, dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, e del Coni Malagò, accompagnato dal ministro dello sport Lotti e dal sindaco de Magistris che ha sistemato lo stadio e auspica: “Con un po’ di fortuna l’impresa è realizzabile”.
Manca giusto Maradona, è al sorteggio dai mondiali under 20, che si svolgerà in Corea del Sud.

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