Il Giornale di Sicilia: Genoa-Palermo è anche lo scontro fra Preziosi e Iachini. Si saluteranno?

Il testo integrale dell’articolo di Vanni Zagnoli pubblicato sul Giornale di Sicilia.
Genoa-Palermo significa soprattutto il confronto a distanza fra il presidente rossoblù Enrico Preziosi e Beppe Iachini. Si detestano e la storia parte da lontano perchè da calciatore il tecnico rosanero nel ’97 contribuì a impedire il ritorno del Grifone in serie A.
A 33 anni giocava nel Ravenna, la partita finì 1-1 davanti a 10mila genoani delusi. Mancava ancora una giornata ma di fatto la promozione sfumò lì, per la squadra allenata all’epoca da Perotti, con Spinelli presidente che poi avrebbe lasciato a Scerni.
Nel 2004-05, invece, al penultimo turno il suo Piacenza era già fuori dai playoff ma fermò i liguri sul 2-2. All’epoca ci fu anche un’inchiesta sulla tentata corruzione, esisteva la registrazione del dialogo fra un dirigente genoano e un tesserato del club emiliano, con l’offerta di 200mila euro in contanti e quel dirigente del Piacenza promise che avrebbe provato a parlare con allenatore (Iachini, appunto) e giocatori.
In quella gara i biancorossi di Iachini erano indiavolati e il mister fu espulso dopo mezz’ora. I padroni di casa segnarono per primi, subirono la rimonta e chiusero sul 2-2, con un rissa costata 6 giornate di squalifica a Sottil.
Preziosi vedeva il Genoa in ribasso, perciò tentò di aggirare l’ostacolo campo e nell’ultimo turno per non correre si mosse per accomodare la partita con il Venezia: venne trovata la famosa valigetta con mezzo milione di euro, con la promessa di acquisto successivo del paraguayano Maldonado. La combine venne scoperta e il Genoa pagò con il mancato approdo in serie A e anzi la ripartenza dalla C1.
All’epoca, mentre un magistrato era a Venezia per interrogare i calciatori coinvolti nel 3-2 di Marassi, un altro andò a Piacenza per ascoltare Iachini, De Vitis, Gautieri, Masiello e altri 3 atleti e tutti uscirono puliti dalla vicenda.
Due anni più tardi, Gasperini portò il Genoa in A, facendo 10 punti in più del Piacenza di Iachini: emiliani quarti e rossoblù terzi, dietro Juve e Napoli; promossi direttamente, senza playoff, prima e unica volta nella storia.
Per due volte, invece, è stato il Genoa a spingere Iachini verso la retrocessione: nel 2011 perse 3-0 a Marassi con il Brescia, mentre due anni più tardi resistette all’assalto del Siena (2-2), poi finito in B.
In questo contesto, a Iachini è capitata una caduta di stile, a inizio 2012. Era subentrato ad Atzori sulla panchina della Sampdoria, in serie B, i tifosi contestavano, ai giocatori arrivarono insulti e sputi, al campo di allenamento. Un sostenitore incitava il mister doriano da oltre la rete: “Vogliamo rigiocare il derby”. Lui replicò: “A me lo dici… Con quelle m… del Genoa”. Sfortuna volle che la scena fosse ripresa da un video, finito su youtube.
Iachini parlò di quell’episodio solo un anno dopo: «Quella frase fu una bischerata, colta al volo. Bisogna anche capire che da anni prendo insulti dai genoani: qualcuno di loro, peraltro, mi ha scritto per farmi i complimenti quando sono stato promosso con la Samp. Non ce l’ho con il Genoa, mi attaccano perché ho sempre fatto il mio dovere, da giocatore e da allenatore. Mai accettato compromessi”.
Per quell’insulto, peraltro, il vicepresidente della Sampdoria Edoardo Garrone si scusò pubblicamente con Preziosi, con un comunicato sul sito blucerchiato.
Anche di questi temi avremmo voluto parlare con il presidente del Genoa, che però ha declinato l’invito all’intervista: “Ho l’abitudine di non parlare mai prima della partita”. Stessa cosa il figlio Fabrizio, di fatto responsabile del mercato rossoblù e ieri all’estero. L’altro figlio, Matteo, invece, da anni non si occupa più di calcio, si dedica all’azienda di famiglia, Giochi Preziosi.
Vale la pena, allora, ricordare le parole di Enrico di Preziosi dopo quel 3-0 al Brescia di Iachini.
“Gli ho tolto il saluto e la parola nel 2005. Per me non esiste come persona, mi ricorda cose non belle”.
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