Il Giornale. Il fallimento del Parma, con i dati dell’indebitamento: 63 milioni nei confronti dei calciatori.

image104Vanni Zagnoli

Collecchio (Parma)

Il funerale va in scena qualche minuto prima delle 16, su internet. Il Parma sta giocando la partitella infrasettimanale con il Fidenza, su www.fallimentiparma.it <http://www.fallimentiparma.it/> arriva l’ufficialità, richiesta da quel che resta della dirigenza crociata. La società è fallita, viene però concesso l’esercizio provvisorio, voluto dal siciliano Osvaldo Riccobene, fra i sindaci revisori dei conti. Dunque fallisce il club delle 8 coppe in 10 anni, conquistate nell’èra Tanzi fra il ’92 e 2002. All’epoca l’estrema ratio venne evitata solo dall’abilità di Luca Baraldi, che applicò la legge Marzano anche alla società calcistica, mentre il cavalier Calisto era in carcere. Ora è rinchiuso il presidente Manenti, almeno rinuncia presenziare all’udienza fallimentare e non ostacola il procedimento. Il direttore finanziario Marco Preti era stato svegliato alle 4,30, per aprire gli uffici di Collecchio e agevolare il suo arresto, ieri è stato sentito come persona informata sui fatti e ora proseguirà nella gestione.

Le 4 organizzazioni di tifosi emiliani avevano chiesto ai giocatori di scioperare, “perchè all’Italia non interessa nulla del Parma, contano solo i diritti televisivi”. Galloppa e compagni restano sul campo, hanno voglia di giocare anche se avanzano, complessivamente, la bellezza di 63 milioni e 39mila euro. “Salvo ulteriori e più approfonditi accertamenti”, recita la sentenza del giudice Pietro Rogato. Che ha nominato due curatori, i commercialisti parmigiani Angelo Anedda ed Alberto Guiotto. “Ma ci sarebbe lavoro per molte più persone”, osservano Preti e Riccobene. Guiotto era stato curatore speciale per la Parmalat nella vicenda Lactalis, chiude idealmente quel cerchio di marcio nel calcio ma promette: “Faremo di tutto per giocare con il Torino e anche per vincere”.

I debiti complessivi del Parma ammontano a 218 milioni, con un patrimonio netto negativo di 46 milioni e 696mila, secondo i dati dalla guardia di finanza. Le fiamme gialle parlano di un debito sportivo di 74 milioni, dunque 11 oltre ai compensi dei calciatori, perciò è lo stato di insolvenza “appare conclamato e irreversibile”.

In 5 avevano chiesto il fallimento, compresi tre procuratori: il 72enne Bruno Carpeggiani avanza 206mila euro, Gianluca Marino 300mila, Giovanni Magnani 72mila. L’ex ds Antonino Imborgia aspetta 360mila euro e ora tenta di evitare che il Varese faccia la stessa fine, in B. A Parma si era dimesso a fine 2013: “Perchè i ruoli di fatto erano stati azzerati dall’ad Leonardi e dal presidente Ghirardi”. Quei nomi ritornano, sul web e per la strada. Sono indagati per bancarotta fraudolenta, i parmigiani vogliono vederli in galera, lo chiedono persino ai giornalisti per strada. Anche l’affarista milanese Alessandro Proto è stato dentro, per due mesi, e tramite tutti i media reclama una chance: ieri mattina ha spedito in tribunale l’avvocato Bignani, a vuoto perchè l’udienza è durata appena 10’. Pure l’ex presidente del Frosinone Scaccia vorrebbe il Parma, ha subito contattato i curatori via fax: “Rappresentato 12 noti imprenditori tutti con il casellario penale immacolato, vorremmo acquisire il titolo sportivo”. Ecco, per ripartire dalla serie B andrebbero pagati tutti i calciatori, per questo nel comitato dei creditori è stato nominato anche il capitano Lucarelli. E’ impossibile versare tutti e 63 milioni quei milioni e allora la ripartenza sarà dalla serie D. Domenica sera con il Torino si dovrebbe giocare, si lavora per riaprire il Tardini, dalla sua macchina però Mirante tira il freno a mano: “Dobbiamo ancora parlarne con il curatore, non ci sono certezze. In questi mesi abbiamo fatto da cavia”.

Quei 5 milioni di paracadute stanziati dalla Lega sono contemplati anche nella sentenza (“Dal fondo multe”) e allora anche il presidente federale Tavecchio respira: “Il 26 voteremo il miglioramento delle garanzie per l’intero sistema. Sono state gettate le basi per l’auspicabile salvataggio della società”. Salvataggio di due mesi, poi il Parma ripartirà dai dilettanti.

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