Giornale di Sicilia, Reggio-Capo d’Orlando 63-61. Paladini eroici, ma quella scelta di Gennaro Di Carlo di commettere fallo sull’uscita azione di Della Valle è delittuosa

Coach Menetti incita i suoi (foto repubblica.it)

Rimini
L’impresa era lì, a un passo, Capo d’Orlando meritava una semifinale storica, è andata a tanto così dall’impresa. Il primo tempo è in equilibrio, con solo l’imprecisione da tre della Betaland che impedisce di prendere il largo, in tribuna qualche centinaio di tifosi messinesi sono sovrastati dai tamburi di casa e in ogni momento libero c’è festa.
Festa è per Capo, poco talentuosa ma equilibrata, attacchi pazienti, rimbalzi, acrobazie, contro una Grissin Bon molto più fisica.
Nella ripresa, la Reggio d’Emilia arriva a più 8, lì sembra assolutamente perse eppure i paladini riescono a rientrare e anzi a passare a +6 inebriante. Vista da sottocanestro, è una Betaland sensazionale, come l’altra volta, l’unica volta, quando con Meo Sacchetti e con il grande Pozzecco arrivò alle final 8 l’altra volta. Di Carlo in panchina è tesissimo, risponde al nostro saluto prima del match, si può dire che l’ha vinta lui, nel senso che ha contenuto il talento di Reggio. Laquintana è eroico, contro i califfi vicecampioni d’Italia, o meglio gli appena arrivati Dawan Williams e Reynolds. Il finale è convulso, gli viene fischiato un fallo di sfondamento inaccettabile, su Needham. Kaukenas pareggia a quota 51. Diener sbaglia da tre. L’americano commette fallo su Della Valle, che fa due su due dalla lunetta, a 9” dalla fine. L’ultimo tiro è pasticciato, di Delas
Resta la sensazione di un’occasione colossale sfumata, perchè Capo è stata all’altezza e meritava almeno i tempi supplementari. Ha giocato veramente di squadra, con difesa e attenzione, Archie ha sovrastata Cervi, a tratti, e anche Aradori, non al meglio, è stato limitato. Serviva di più da Stojanovic, dallo stesso Iannuzzi, che ha perso 4 palloni, ma insomma non solo Reggio ha buoni italiani. L’unico dato negativo è la precisione dalla lunga distanza, quel 5 su 25 reclama vendetta, mentre gli emiliani l’hanno vinta con il loro 10 su 22 alle triple. La manovra perimetrale è stata di livello, la gagliardia assoluta, ma almeno serviva il premio dei tempi supplementari, fra ponpon girls e musiche e spettacoli assordanti e fastidiosi.
Gennaro Di Carlo è da 8 per quanto sta facendo, il talento paladino è da salvezza stiracchiata, Reggio non ne ha approfittato e davvero ha dovuto sbucciarsi i gomiti per avere la meglio sulla rivelazione stagionale. “E’ stata una buona gara – racconta l’allenatore messinese -, non posso rimproverare nulla. C’è disappunto e tristezza per una partita che lascia l’amaro in bocca. Abbiamo sbagliato ottimi tiri da 3, costruiti bene, lo abbiamo pagato. Anche se tutti ci pensavano appagati, volevamo fare lo sgambetto a Reggio. L’ultimo fallo è stata una scelta, volevamo la palla della vittoria e giocarcela con le nostre mani, non siamo riusciti a giocarci il tiro finale”.
Vanni Zagnoli

GRISSIN BON REGGIO EMILIA – BETALAND CAPO D’ORLANDO 63-61 (14-16, 35-33, 50-51)
REGGIANA: Aradori 11, Needham 6, Polonara 3, Reynolds 7, Della Valle 8, De Nicolao 6, Strautins, Kaukenas 6, Cervi 10, Williams 3. All: Menetti.
ORLANDINA: Zanatta, Galipò, Tepic 2, Iannuzzi 9, Laquintana 3, Perl 7, Nicevic, Delas 10, Diener 8,  Ivanovic 6, Archie 14, Stojanovic 2. All: Di Carlo.
Arbitri: Begnis, Martolini, Weidmann.
Note: parziali: 14-16; 35-33; 50-51; 13-10. Tecnico a Reynolds al 28′. Tiri da 2: R 14-31, Capo 18-37; da 3, R 10-22, C 5-25; liberi: R 5-8 C 10-14. Rimbalzi: R 35 (off 8; 7 Polonara), C 32 (10 off, 8 Delas). Recuperi: R 6 (2 Aradori), C 16 (4 Diener). Perse: R 20 (5 Reynolds), C 14 (4 Iannuzzi). Assist: R 11, C 11 (4 Stojanovic). Spettatori: 2mila.

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