Il Gazzettino. Ancelotti a caccia dell’undicesima Champions con il Real. Dovrà fronteggiare il controgioco di Simeone per raggiungere la semifinale: quell’argentino con il gel e il viso spigoloso ha la durezza di Passarella, nel gioco

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Carlo Ancelotti

Il copione di Real-Atletico Madrid è molto semplice. Ancelotti insegue l’11^ Champions per i blancos (4^ personale, più le 2 da calciatore con Sacchi), di mezzo però c’è il controgioco di Diego Pablo Simeone. Quell’argentino con il gel nei capelli e dal viso spigoloso come molti sudamericano: è l’essenza del controgioco, ne ha fatto un’arte. Se Guidolin aspettava gli avversari e ripartiva con trame gradevoli, con Vicenza e Udinese, l’Atletico rispecchia l’antico gioco dell’Argentina, scorbutica, come quando vinse il mondiale del ’78, capitanata dal duro Passarella.

Al Calderòn era finita 0-0, con prevalenza dei campioni in carica e finale di chi un anno fa vinse a sorpresa la Liga. Simeone si rivelò nel Pisa, fece bene all’Inter e si aggiudicò il 2° scudetto laziale, nel 2000 a spese della Juve. Tornò da allenatore, a Catania al posto del (falso) profeta Giampaolo, buona salvezza ma non venne riconfermato. “E poi ha cambiato la storia dell’altra metà di Madrid”, sentenzia Paulo Futre, vicepallone d’oro nell’87, con l’Atletico. A maggio perse la finale di Champions ai supplementari, contro il Real, stasera Ancelotti lo fronteggia senza Bale, Modric, Benzema e Marcelo; impiega Isco, Khedira e James Rodriguez, davanti Ronaldo e ‘chicarito’ Hernandez: “Il difficile è fare gol ai colchoneros”.

Vanni Zagnoli

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