Il Gazzettino. Il capitano Lucarelli: “Nessuno delle istituzioni si è mosso e per questo non giochiamo”. Il tecnico Donadoni lo appoggia: “Siamo una nave alla deriva ma qualcun altro si deve vergognare”.

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Giampietro Manenti

Vanni Zagnoli

Parma

La barzelletta del calcio italiano è Giampietro Manenti, presidente talmente squattrinato da non avere soldi per pagare le multe. Ne aveva accumulate per 1900 euro e così venerdì sera la sua Citroen C3 è stata sequestrata dai vigili di Parma, dopo il colloquio in municipio con il sindaco Pizzarotti.

I suoi giocatori incrociano le braccia per la seconda domenica di fila, dovranno recuperare anche la gara di Marassi con il Genoa, dopo il rinvio del match con l’Udinese. “Nessuno dei vertici federali si è schiodato dalla poltrona – spiega il capitano Lucarelli -, per questo non giochiamo. L’assemblea di Lega è calendariata per il 6 marzo, neanche sappiamo se arriveremo a quella data. Venerdì poi valuteremo il da farsi”. “Siamo una nave alla deriva – gli fa eco l’allenatore Donadoni -, ma qualcun altro si deve vergognare. Ci sentiamo come la carogna in mezzo al deserto, con avvoltoi e sciacalli attorno”.

Il tecnico ripensa all’esclusione dall’Europa league. “Fossimo andati in coppa, gli organi della Uefa avrebbero messo il naso in una situazione disastrosa e allora anche le istituzioni italiane avrebbero offerto risposte: ho il dubbio forte che la mancata licenza fosse la soluzione più comoda. Agli occhi del mondo però il Paese  si rende ridicolo”.

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