Il Gazzettino. Torna in A il bello degli arbitri, Daniele Chiffi, 9 presenze in serie A quando la Can B non era staccata. Solo 5 cambi, su 23, in A. Il presidente Nicchi: “Non abbiamo abbastanza uomini, per il Var in cadetteria. E pretendiamo il 2%, al voto”

Daniele Chiffi (sportperugia.it)

C’è vita, a Nordest, fra gli arbitri. Se Orsato di Schio è al mondiale, come Var, e di fatto è il numero due italiano, dietro soltanto a Rocchi, sbarca in serie A il secondo fischietto veneto, Daniele Chiffi di Padova. Il Friuli Venezia Giulia non ha rappresentanti, l’accoppiata per la stagione fa pensare ai grandi tandem del passato, ovvero Agnolin e Casarin, gente che ha scritto la storia, anche da designatore, da commentatore.

Chiffi è matricola, assieme a Federico La Penna di Roma, il direttore di gara della finale playoff di serie B, persa dal Palermo a Frosinone, con quei palloni lanciati dalla panchina ciociara. I movimenti tra i fischietti sono minimi, fra i 22 i cambiamenti sono appena 4, due promossi e due dismessi, esattamente come quando erano 4 le retrocessioni in serie B.

Vengono dismessi Gavillucci di Latina (motivate valutazioni tecniche), mentre Antonio Damato e Paolo Tagliavento lasciano per limiti di età. Nicola Rizzoli resta designatore della Can A, solo ora ha presentato domanda per non essere più arbitro, teoricamente avrebbe potuto esserlo ancora, nell’ultimo campionato, sarebbe stato affascinante vedere un designatore anche con il fischietto.

Tornando a Chiffi, è probabilmente il più bello della categoria, aveva già debuttato in A 4 anni fa, in Sampdoria-Napoli. «Non è inconsueto – chiarisce Casarin, opinionista radio Rai -, esistevano arbitri cadetti che provano in A, dirigono poche partite e magari restano in B. Ora Chiffi è stato promosso e almeno per una stagione sarà solo nella massima serie». All’epoca Can B e A non erano autonome.

Da Roma, il presidente Marcello Nicchi giudica la stagione e la promozione del Var, anche al mondiale. «Noi e la Germania siamo stati i primi in assoluto a impiegarla, la prossima stagione andrà ancora meglio». L’ex arbitro aretino l’aveva osteggiata a lungo, per non far perdere potere al fischietto in campo, per non dimezzarne la gioia, perchè anche l’errore grave faceva parte dell’arbitraggio, nel tempo si è rassegnato. «Il Var porta serenità e giustizia, si va allo stadio sapendo che gli errori saranno molto ridimensionati rispetto al passato. La stagione è stata impegnativa ma di grande soddisfazione».

Occorrerebbe piazzare la “moviola in campo” anche in serie B, C e persino D, ovvero nelle gare chiave, che decidono le stagioni. Non è indispensabile dotare tutti i campi, garantire stesse possibilità, sarebbe bello offrire la chance ai club più ricchi di dotarsi del Var nel proprio campo, come della goal-line tecnology. Nicchi nicchia: «Deve valutare la Lega di serie B, per una questione economica. Se la federazione ce lo chiedesse, bisognerebbe vedere prima il protocollo internazionale, che parla di leghe principali, e poi allo stato attuale non abbiamo organico sufficiente per fare la Var in B». 

Per quello, basterebbe recuperare grandi e piccoli arbitri, anche delle categorie inferiori, collaboratori. L’occhio di lince davanti al teleschermo è diverso, rispetto a correre.

«Grazie al Var – sottolinea Rizzoli -, ci sono state quasi il 20% in meno di ammonizioni per proteste e 10 espulsioni di meno. E’ un messaggio positivo, un risultato veramente eccezionale. E per il fuorigioco utilizzeremo la tecnologia 3D”.

A metà mese i raduni a Sportilia, le prospettive secondo Nicchi. «Tra quest’anno e il prossimo, il 50% degli arbitri di serie A sarà avvicendato, ma i dati sono confortanti e i giovani stanno dimostrando grande valore tecnico. Nelle categorie inferiori, la violenza è diminuzione, resta un problema vergognoso, da contrastare con nuove proposte nel nuovo consiglio federale”. 

E poi c’è il rischio di non votare più per la presidenza federale, di perdere il 2%, al prossimo Consiglio nazionale del Coni: «La nostra battaglia è di democrazia, chiediamo le elezioni e il diritto di voto».

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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