Il Messaggero.it. Parma, il Tribunale ha detto sì al fallimento. Nominati i due curatori. E con il Torino si gioca.

Il pezzo in tempo reale per ilmessaggero.it, grazie a Emiliano Bernardini.

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Il Centro Sportivo di Collecchio

Richiesto da quel che resta della stessa società, è arrivato il fallimento del Parma, come curatori sono stati nominati i commercialisti parmigiani Angelo Anedda e Alberto Guoiotto, e il tribunale ha concesso l’esercizio provvisorio. Dalla sentenza si legge che l’ammontare complessivo dei debiti al 17 febbraio è di oltre 218 milioni di euro lordi. Il debito sportivo ammonta a 74 milioni, dei quali 63 nei confronti dei calciatori e allora nel comitato dei creditori è stato nominato anche il capitano del Parma Alessandro Lucarelli, assieme alla ColSer e ad Iren Mercato, due società di servizi. Fra quanti avevano chiesto il fallimento c’è il procuratore Bruno Carpeggiani, che avanza 206mila e 600 euro e l’ex direttore sportivo Antonino Imborgia, che aspetta 360mila euro, di cui la società si è riconosciuta debitrice. Imborgia aveva lasciato l’incarico un anno fa per divergenze con l’allora ad Pietro Leonardi.
Nella sentenza si fa proprio riferimento allo stanziamento della Lega: “Parere favorevole all’eventuale destinazione del fondo multe alla sostenibilità dell’esercizio provvisorio, sino alla concorrenza massima e omnicomprensiva di 5 milioni di euro, da insinuarsi nelle forme concordate con gli organi fallimentari”.
L’udienza della mattinata è stata lampo, a rappresentare la società c’era il legale Osvaldo Riccobene, siciliano di Enna, fra i sindaci revisori dei conti.
“I creditori – spiega – hanno insistito con la loro richiesta di fallimento, non si sono opposti il procuratore nè il collegio sindacale della società, per la quale ho depositato una memoria”.
Il presidente Manenti ha rinunciato a essere presente e così la procedura è snellita. “La società ha un’ordinaria amministrazione e almeno è in grado di far disputare la partita con il Torino”.
Il direttore finanziario Marco Preti era stato svegliato alle 4, ieri mattina, per favorire l’arresto di Manenti. “Sono stato sentito come persona informata sui fatti – spiega -. Il paracadute economico? I 5 milioni stanziati dalla Lega verranno erogati eventualmente dopo la gara con il Torino”.
All’udienza era presente anche l’avvocato Maurizio Bignami, legale dell’affarista milanese Alessandro Proto, sempre in attesa di una chance. Probabilmente non arriverà perchè il sindaco Pizzarotti, il collegio sindacale e lo stesso tribunale non lo considerano credibile. La gestione provvisoria basta per terminare la stagione, per la ripartenza resta difficile il fallimento pilotato con la serie B, serve chi tiri fuori i 63 milioni per appianare il debito con i calciatori, per evitare la D.

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