Il Giornale di Reggio. Vanni Zagnoli, una vita da freelance. Il racconto di Lorenzo Chierici, a cura del vicedirettore Alessandro Bettelli

Questa è la stesura dell’intervista uscita tre settimane fa su Il Giornale di Reggio. Idea del vicedirettore Alessandro Bettelli, l’ha curata Lorenzo Chierici.

 

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Vanni Zagnoli

Questa è la titolazione con i sommari impostati e poi accorciati sulla versione cartacea.

Intervista al giornalista reggiano “principe” delle collaborazioni.
Conosciamolo meglio: “Credo di aver “inventato” il mestiere del freelance in Emilia, ma ora ho un sogno impossibile: fare il redattore in un grande testata, magari in tv. Preferisco la visibilità ai soldi e che qualcuno creda alle mie teorie”

“Ho una predilezione per le storie drammatiche: sport e sentimento sono il mio binomio preferito. Sono felicemente sposato con Silvia, ma mi rendo conto che nove “Silvie” su  dieci dieci avrebbero chiesto il divorzio; la mia, invece, dirige il nostro sito”

“Lo sport è la mia grande passione. Qual è la squadra per cui faccio il tifo? Infinite. Mi hanno entusiasmato il Sassuolo, Paolo Futre e l’indimenticabile Mike Mitchell”

LORENZO CHIERICI

UNA vita in prima linea, una vita a caccia di notizie, dell’ultimo
scoop, della curiosità che solletica l’interesse della gente. Il connubio fra sport e sentimento è l’humus ideale che alimenta la fantasia di Vanni Zagnoli, giornalista professionista reggiano, freelance da sempre, 43 anni, sposato con Silvia Gilioli, che ha scelto di condividere questo suo cammino professionale, non senza sacrifici.
“E’ proprio vero – ci spiega Zagnoli – Sono sposato con Silvia dall’ultimo dell’anno del ’94, scelto non a caso perché è fra i cinque giorni in cui i giornalisti non lavorano, così non rischiavo di prendere buchi. Sono professionista, lei è pubblicista, ci conosciamo dall’agosto dell’89, il fidanzamento fu nel febbraio del ’90, mentre nel luglio di quell’anno pubblicai il mio primo articolo, sul Carlino di Reggio. Capii fin da subito che Silvia poteva essere la donna della mia vita e così è stato”.
Hai iniziato la tua carriera al Carlino Reggio, ma un bel giorno…
Seguivo la pallamano, un’eredità di Marco Gibertini, furono 36 mesi a ritmi altissimi “da abusivo”, si diceva una volta, poi le strade con la
redazione cittadina del Resto del Carlino si divisero, con grande amarezza da parte mia perché avrei preferito una fine diversa, ma era il prezzo da pagare per avere “inventato” a Reggio il mestiere di freelance. La fine del mio rapporto col Carlino fu per me un’enorme sconfitta; negli anni a venire ne ebbi altre, ma quella resta tuttora la delusione più cocente della mia vita, una delusione che mi spense la luce.
Alla fine ti sei comunque ripreso e sei ripartito dalle tue tante
collaborazioni…
Nel tempo ho saputo che tanti, in passato, avevano lavorato come me, da Luigi Vinceti a Laerte Guidetti, ma tanti colleghi. Con una differenza. I più facevano i giornalisti come seconda professione, per qualificare il tempo libero, io ad eccezione di tre mesi da portalettere e da poche settimane di altri lavoretti, dopo il diploma al liceo scientifico Lazzaro Spallanzani, ho sempre fatto solo il giornalista. A Reggio, ci sono altri che hanno le garanzie
contrattuali del ruolo di redattori che si divertono come corrispondenti e collaboratori.
Parlaci un po’ della tua carriera: i giornali per cui hai lavorato sono
davvero tanti…
Sono professionista dal ’99 e ho pubblicato articoli sul Corriere
della Sera, Tuttosport, Il Giornale, Avvenire, L’Indipendente, Il Giorno, Il Messaggero, Il Tempo, La Gazzetta di Parma, la Gazzetta del Sud, Il Giornale di Sicilia, Il Mattino di Napoli, Il Gazzettino del Nordest, Libero, il Secolo xix, la Gazzetta di Reggio. Silvia ha firmato pezzi su Il Giornale, Libero, Il Tempo, Il Messaggero, Il Gazzettino, Il Secolo XIX, Il Giorno e altre testate che certamente ora sto
dimenticando. Sono stato ospite a Telereggio e Teletricolore, E’ tv Antenna1 e Rete7, MantovaTv e SanmarinoTv, Tv Parma, Teleducato Piacenza e Parma, Topcalcio24. Attualmente collaboro per Mediaset Premium, Radio Bruno, in passato per Radio
24, sino a un anno fa per Radiomontecarlo e Radio 105.
Altri, come te, hanno fatto i freelance, ma hanno desistito molto
prima, perché è una vita d’inferno. Non trovi?
Beh, è vero, non è facile e non lo è neppure per me. Dedico  infatti
ore e ore allo studio dei quotidiani, a seguire la tv, oggi i siti internet.
Ore e ore levate al tempo libero, lavorando e basta. Mia moglie e io non siamo figli d’arte, il percorso è stato avventuroso e accidentato, poiché chi nasce in una famiglia importante è agevolato per cultura e conoscenze e certe volte basta semplicemente il sapersi proporre nel modo giusto, avere con il sorriso e la battuta pronti, la capacità di entrare in sintonia con le persone, a 360 gradi. Io preferisco non curare le pubbliche relazioni, ma dedicarmi a esclusive o riprendere nella maniera più diversa e interessante possibile spunti notati su stampa locale e di pertinenza fuori regione o di livello nazionale.
Insomma, anche a livello locale ci sono fantastiche storie da
raccontare…
Certo. Io abito tra la Canalina e Coviolo dal ’94, mentre come mia
moglie sono nato a Pieve Modolena e ti ribadisco il fascino del locale, l’orgoglio di essere ospite nelle Tv della zona, di essere considerato un interlocutore qualificato. Provo un innato piacere nel parlare di sport, ma anche in passato ho fatto anche tanta cronaca, di Reggio, dell’Emilia Romagna, delle province vicine.
Sai che da Reggio sono partiti giornalisti che oggi si sono affermato a
livello nazionale, da Lorenzo Dallari ad Andrea Bonini e via dicendo…
Mi affascinano coloro che partendo da casa nostra si sono affermati in campo nazionale. Lorenzo Dallari è il vicedirettore di Skysport, Francesco Alberti p inviato politico de Il Corriere della Sera, Francesco Borgonovo è caporedattore di Libero e direttore dell’inserto satirico della domenica, il rubierese Alessandro Iori a uno stimato telecronista di Mediaset Premium ed è la prima voce della diretta domenicale di serie A, fra i programmi più seguiti.
Sopra tutti, i deskisti, le persone nel cuore dei quotidiani, in particolare Roberto Righetto, caporedattore di Agorà, l’inserto culturale di Avvenire. Abita vicino all’acquedotto, in città, a mezzo chilometro da casa mia, al Migliolungo. E come lui tanti colleghi che dimentico…
A livello sportivo Reggio, però, offre un panorama interessante, non
sei d’accordo?
Certo, anche a livello giornalistico c’è tanto. A Reggio c’è tutto, in
piccolo. C’è una grande tv interregionale, c’è il basket dall’82 fra LegAdue e serie A, c’è un calcio che manca dalla B dal ’99, ma ora è arrivato il Sassuolo che ha riportato la massima serie nella nostra città. E ci sono tante squadre in tante discipline. In città esistono biblioteche splendide, un comune tra i più efficienti, un sindaco diventato Ministro, vedo personaggi di livello nazionale che da qui si sono affermati, ma che restano con la base in città.
Ti sei mai chiesto come sarebbe stata la tua carriera se ti fossi
trasferito a Milano?
Probabilmente farei il redattore in una testata nazionale, fra quante
ospitano me e mia moglie dal ’93, epoca dei miei primi articoli su Tuttosport, con la prima serie A della Reggiana. Ma poi credo mi e ci mancherebbero Radio Bruno e le ospitate in regione, gli articoli sulla Gazzetta di Parma e di Reggio, il piacere di seguire Parma, Bologna e Sassuolo, ma anche il Modena e la Reggiana. Il piacere di dare spazio alla reggianità, all’emilianità, alla padanità ogni volta che si può.
Penso alla carriera di Mauro Del Bue, primattore della politica nazionale negli anni ’80, quando noi andavamo a scuola e di recente felice assessore allo sport e non solo nel nostro comune. Penso al compianto Chiarino Cimurri e al fratello Giorgio, che a Reggio ha regalato fior di eventi. Penso a Franco Tosi cantore dello sport provinciale e all’istrionico Enrico Lusetti. Anzi, penso ad Andrea Bonini, apprezzato per anni nelle conferenze stampa come anchorman di Teletricolore e da un decennio a Skytg24. Ecco, il piacere di avere condiviso la partenza, con quel rosso dalla grande vis comica, diceva il regista della Bassa Aldo Bersellini. E allora sì, con orgoglio, il piacere di vivere a Reggio e di avere una corrispondenza sempre fitta, anche solo di proposte che finiscono nel cestino, per alcune che vengono pubblicate, con i quotidiani nazionali. La croce e delizia è di non avere contratti con nessuno. Ma in tempi di crisi, poi… il mestiere di freelance è duro e ma estremamente affascinante.
C’è qualche intervista che ti è rimasta nel cuore?
Io e Silvia non ci siamo mai preoccupati di farci fotografare o
riprendere accanto ai primattori dello sport o della politica. Tra le
interviste che ricordo con maggiore orgoglio ce ne sono 4 con Marcello Lippi, ct italiano Campione del Mondo di calcio e una lettera di Futre, il giocatore più estroso nella storia della Reggiana, omaggiata al sito internet della società granata. Infine, un pensiero a chi mi ha permesso di fare il lavoro più bello del mondo: papà Vasco, grande appassionato di calcio, scomparso purtroppo nel 2002 e mamma Emilde, ruvida vianese ancora abitante a Pieve Modolena e purtroppo ora all’inizio della battaglia impossibile con l’Alzheimer. Ai suoceri Enza e Giuliano Gilioli: loro hanno compreso la missione di informare sempre e comunque, di non scendere a compromessi, di non fare sconti a nessuno o perlomeno farne il meno possibile. 

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