La Statistica di Matteo Pia: Eto’o sarà una sfida difficile per Mihajlovic

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Samuel Eto’o

La Sampdoria vuole un girone di ritorno all’altezza dell’andata e proprio per questo il presidente Massimo Ferrero ha deciso di puntare a grandi nomi per l’attacco all’indomani della dolorosa cessione di Manolo Gabbiadini. Il big per antonomasia è Samuel Eto’o, eroe del “triplete” interista che a marzo compirà 34 anni ed è reduce da un’esperienza con alti e bassi in Premier League. L’anno scorso al Chelsea, in questo inizio di stagione all’Everton.

Abbiamo analizzato il rendimento recente del camerunese seguendo in una prima parte i dati medi che meglio possono rappresentare il valore di un attaccante: dribbling riusciti, duelli aerei vinti, palle perse, key-passes, assist, tiri in porta e falli subiti. I dati in questione, per carenza di numeri sulla sua parentesi russa, risalgono all’ultimo campionato in maglia interista (2010-11), alla Premier League 2013-14 con il Chelsea e all’inizio di questa stagione con l’Everton.

Non serve molto per capire che, con il passare del tempo, Eto’o ha perso parecchio soprattutto nei suoi valori fondamentali: dribbling e continuità nelle conclusioni. Se all’Inter riusciva in 2,7 dribbling a partita, in Inghilterra non si è mosso da uno 0,9. I tiri, invece, sono scesi da 3,5 a 2. La perdita di brillantezza fisica ne è la causa principale e colpisce anche il suo contributo alla squadra in termini di assist: da 1,8 key-passes è sceso a 0,8, mentre gli assist sono passati da 0,3 a 0,1.

La pericolosità diminuita è testimoniata indirettamente dal dimezzamento dei falli subiti (da 2 a partita a 0,6), mentre risulta difficile interpretare il suo miglioramento nelle palle alte (da 0,1 a 0,3). Trattandosi di dati molto bassi, potrebbe essere un fattore casuale. E, anche il miglioramento più sensibile – ovvero la diminuzione delle palle perse (da 4,4 a 1,6) – può essere frutto del minore coinvolgimento nelle dinamiche di squadra anziché di un suo miglioramento. Del resto, a testimoniare questa tesi è anche il numero di passaggi che Eto’o completa in una partita: nel 2010-11 erano 35,4, adesso 28,9. Ma, al Chelsea, erano addirittura soltanto 15,5.

I dati medi, in sostanza, danno ragione a José Mourinho quando ironizzava sull’età reale di quello che per tempo è stato un suo fedelissimo. La seconda parte del confronto, però, riguarda le percentuali: percentuale realizzativa, percentuale realizzativa totale, SOT e percentuale di passaggi completati. Purtroppo, i dati riguardano soltanto le due stagioni di Premier League per mancanza di database.

Scopriamo che, in realtà, Eto’o non è affatto divenuto un cattivo finalizzatore. Al Chelsea ha chiuso con un 34,6% di percentuale realizzativa e un 15,2% di percentuale realizzativa totale, ma anche un eccellente 44% di SOT. All’Everton è sceso rispettivamente a 30%, 10,7% e 35,7%. Ma si tratta in ogni caso di valori ottimi, così come il 79,7% di passaggi completati con cui si stava distinguendo a Liverpool.

Possiamo dunque dire che Eto’o non è finito, ma costringerà Sinisa Mihajlovic a un complesso lavoro di inserimento. Il camerunese non è più in grado di svolgere il lavoro di esterno in un 4-2-3-1 come accadeva nel 2009-10 o come faceva Gabbiadini. E non può nemmeno competere con la forza di Stefano Okaka nel ruolo di prima punta. Può essere però un ottimo valore aggiunto, a patto che la Sampdoria gli regali un contributo atletico rilevante da parte degli altri giocatori in campo. Una sfida difficile, non impossibile per Mihajlovic.

Matteo Pia.

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