L’addio a Marco Ansaldo, la Stampa, uno dei più assidui nell’ascoltare la mia storia. Per mail, allo stadio e con mia moglie

da vannizagnoli.it

Marco Ansaldo era la grande firma alla quale ero più affezionato, nel senso che una manciata di volte l’anno, con la Juve in Emilia Romagna o comunque le grandi partite negli stadi dove mi muovo, andavo a cercarlo, per la stretta di mano, un conforto, uno sguardo di incoraggiamento.
Memorabile quando ripeteva a mia moglie. “Faccia attenzione a prestare la firma a suo marito, è capitato che un collega usasse la firma di un parente stretto, ma quello si trovò querelato”.
Ho l’abitudine, da anni, di commentare a voce alta, soprattutto sotto pressione, i movimenti dei colleghi, delle redazioni. Di fronte per esempio alla comparsa, un paio d’anni fa, di Gigi Garanzini come nuovo editorialista de La Stampa, appunto, che non mi attendevo, commentava: “Non hanno chiesto parere a te, no?”.
Incitamento, ma pure attitudine a evidenziare che in fondo sono un lettore qualsiasi, ecco…
Fu illuminante, ormai 10 anni fa, forse, nel sottolinearmi un errore di base, poi confermato da Giancarlo Padovan. “Se guardi bene il tuo percorso, non ti sei trasferito a Milano. Io appena assunto, ho rinunciato a vedere mia moglie, per mesi”.
Ecco, Marco, per primo, forse, evidenziò il mio errore. Silvia lavora in ambito medico e poi è pure giornalista, da anni. Non avrò mai un contratto, non credo mi trasferirò, almeno finchè Silvia non sarà in pensione.
Però, allora, neanche mi posso lamentare. Ma poi adesso servirebbe solo a essere più vicino per ospitate tv e ad alcuni eventi. Ma poi spesso non scrivo da Reggio, probabilmente non scriverei neanche a Milano…
Marco mi mancherà. Lo incrociavo per la Juve, la nazionale, gli chiesi un numero di prestigio, 6 anni fa mi fu molto utile. Raramente chiedo numeri dove collaboro. Incredibile che appena in pensione non ci sia più.
I baffi. Li avevo scoperti in tv, forse fine anni 80. Capitava mi chiamasse “Ciccio”, maniera comune ad alcuni di incitarmi. In fondo chi non ha ricevuto mail, telefonate o mi ha ascoltato per registrare la mia fustrazione? Dal 2002, forse, è toccato a tanti.
Grazie, Marco per la lezione di stile.
Sei con Lino Giaquinto di Avvenire, unico, nella sua capacità di ascolto e incitamento, con Gallone e De Martino del Messaggero, con Lionello Bianchi de Il Giorno. Con Franco Rossi, Franco Grigoletti, Sergio Iannaccone del Mattino, ma poi con tantissimi che dimentico.
Persino personaggi sportivi, uffici stampa e clienti dell’edicola del mio quartiere raccolgono il mio struggimento.
Grazie a Marco in particolare.

Leggo da agenzia che aveva una scrittura leggera e scorrevole, la mia è al contrario, ma non si può avere tutto, dalla vita… Lui a 59 anni l’ha persa.

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