Libero. Messina racconta la felicità per il ritorno in Nba, come assistente ai San Antonio Spurs. L’intervista integrale

Ieri ho avuto il privilegio di parlare al telefono con Ettore Messina, dalla Sardegna. E’ uno degli allenatori più importanti nella storia del nostro sport. Questa è l’integralità dell’intervista realizzata per Libero, accorciata dall’amico Miska Ruggeri per rientrare a misura. E’ stato un grande onore.

Merita il ritorno in nba, A Mosca ha sbagliato solo due final four di Eurolega.  E’ il miglior tecnico italiano con oltre un quarto di secolo di carriera. Merita la chiamata, anzi meriterebbe la panchina vera e propria, in Nba. Non è inferiore a Mike D’Antoni, italianizzato e per 12 stagioni capoallenatore.
ettore messina

 

 

Vanni Zagnoli
Ettore Messina è il più grande allenatore italiano nella storia del basket, a 55 anni torna in Nba: a San Antonio sarà assistente di Gregg Popovich, serbo-croato d’America. In Texas sono freschi di titolo, ricompongono una bella coppia di ex bolognesi: Marco Belinelli da San Giovanni in Persiceto vestì le maglie di Virtus e Fortitudo, il tecnico catanese con le V nere vinse tutto, compresa l’unica Eurolega italica dell’ultimo quarto di secolo.
Coach, emozioni?
“Sono felicissimo di tornare laggiù – racconta dal Forte Village, in Sardegna -, soprattutto di lavorare con gli Spurs”.
A Bologna fece debuttare in serie A Belinelli, mentre Manu Ginobili, oggi 37enne, nel 2001 portò la sua Virtus all’ultimo scudetto, a quell’Eurolega e a due coppe Italia.
“Per me sarà un onore ritrovare l’argentino e anche Belinelli, primo italiano vincitore dell’anello”.
Nel 2011-12 era stato consultant coach ai Lakers, nello staff di Mike Brown.
“A Los Angeles ho imparato molto, anche con Kobe Bryant. Il progetto gialloviola era annuale, è servito a conoscere quel mondo: il gioco è molto più veloce, con 82 partite nella stagione regolare e una pressione enorme”.
Sarà assistente dei campione in carica, equivale a capo allenatore in una franchigia cenerentola, fra le 30 dell’Nba?
“Non significa né più nè meno di mio ruolo. Nè penso a un futuro di impegno in prima persona, sul breve, perchè rovinerei quanto di bello mi viene offerto dai bianconeri”.
Per quanto ha firmato?
“L’accordo è pluriennale”.
A 63 anni, l’oriundo Mike D’Antoni si ferma, dopo 3 stagioni da vice e 12 stagioni da coach: a Denver, Phoenix, New York e Los Angeles.
“E’ un grande orgoglio essere l’unico italiano su una panchina americana”.
Popovich la accoglie così: “Onorato che si unisca al nostro programma un individuo di tale successo. Messina è eccezionale, un grande leader da cui tutti possiamo imparare”.
“La cosa è reciproca. Lavorerò da fine agosto, con la famiglia al seguito. Intanto prepariamo il visto”.
Alessandro Gentile rimanda l’approdo a Houston, cui Minnesota aveva ceduto i diritti. A 21 anni è impreparato per l’Nba?
“Non sono in grado di valutarlo, lo ammiro solo in tv, ma il capitano dell’Armani ha potenzialità enormi”.
Milano non vince l’Eurolega dall’88, è ferma a 3 successi. Ha chance per le finali del 2015, a Madrid?
“Può ripetere la bella stagione scorsa, aveva mancato le final four per un’inezia, a Tel Aviv, e proprio il Maccabi si è poi imposto. Mantenendo il nucleo base, l’Ea7 di Luca Banchi è già una delle più competitive d’Europa”.
Il patron Giorgio Armani cattura il primo scudetto a 80 anni, dopo un decennio da sponsor. E’ il salvagente del basket italiano?
“Ha fatto moltissimo per la pallacanestro, non si può chiedergli di più”.
Mancano due anni a Rio de Janeiro. Gli azzurri sono rimasti esclusi da 5 olimpiadi delle ultime 7.
“E’ presto per fare promesse. Il ct Pianigiani ha l’obiettivo di qualificarsi agli Europei, nel settembre 2015 vorrà disputarli al meglio, cercando di coinvolgere il maggiore numero possibile di atleti di vertice”.
Al Cska Mosca lei ha vinto 2 Eurolega, 3 United league e 6 scudetti. Cos’è mancato nelle ultime due coppe dei Campioni?
“Penso al bilancio complessivo. In 6 anni, 4 finali di fila, con 2 vittorie. E dal mio ritorno, nel 2012, altre due final four”.
Fabio Capello resta ct della Russia sino al 2018, solo per il contratto da 8 milioni a stagione?
“Al mondiale tifavo per lui, in inverno abbiamo passato molto tempo assieme. Spero sopravviva al Parlamento russo…”.

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