Il Sassuolo per noi, da sempre. E’ come l’olimpiade, una storia d’amore, il bello di tifare per le piccole realtà, simpatiche. Torrenziale di 3 anni e mezzo fa, con la serie A

cropped-vanni-silvia.jpg(v.zagn.) Giusto per spiegare che seguiamo da 11 stagioni il Sassuolo – e anche altre squadre -, raccontiamo cos’ha rappresentato e cos’è per noi. Prima, oggi, domani, finchè sarà a Reggio e ai massimi livelli. Non è questione di Mapei o altro

http://www.stadiotardini.it/2013/05/lecumenico-zagnoli-sale-sul-carro-del-sassuolo.html
Il giornalista reggiano, teorico dell’abbattimento dei campanili lungo la Via Emilia (nella foto ha la maglia crociata del Parma sotto la giacca…), ci ha mandato una simil lettera d’amore per il club neroverde neo promosso in serie A

Che cos’è la promozione del Sassuolo? Beh, per me è come una lettera d’amore a mia moglie, è l’averla coinvolta nel seguire una squadra. Alla vigilia, durante la settimana, dalla tv, talvolta allo stadio. E’ un amore che si rinnova, a distanza di 18 anni e qualche mese. E’ il bello del calcio. E’ il calcio vissuto con gli amici, è il calcio di amici. E’ la società di serie A più vicina, di gente che mai si monterà la testa. E’ il presidente Carlo Rossi, un signore che potrebbe essere mio padre, della cui stima credo di godere. E’ Remo Morini, personaggio dalla simpatia contagiosa. E’ Nereo Bonato, troppo onesto per fare carriera da ds. E’ il Ricci, è il Braglia.

Per me è come una canzone di Ivano Fossati o di Francesco Guccini, ascoltata, assaporata. Al Ricci andai quando c’era la serie D, non ricordo la partita, talvolta in C2, poi in C1. Il raduno di Allegri, mai avrei immaginato che quell’allenatore un po’ sulle sue vincesse lo scudetto con il Milan e il dg Giovanni Rossi arrivasse ai giovani della Juve.

La serie A del Sassuolo è Mandorlini, che la meritava per primo. Dava spettacolo, il suo Sassuolo. E’ Stefano Pioli, poi assaporato al Chievo ed entusiasmante al Bologna. E’ la rabbia per la sconfitta interna con il Torino, meritava, quell’anno, il Sassuolo.

E’ Daniele Arrigoni, un professionista che merita rispetto, che a Bologna ha fatto bene e a Cesena pure. E’ Angelo Adamo Gregucci, conosciuto una sera in ritiro a Civago, con la Reggiana, e intervistato per il Messaggero, 20 anni fa, forse con pseudonimo. Chissà.

E’ Paolo Mandelli e la salvezza nelle ultime tre giornate.

E’ Fulvio Pea, il mio più grande amico nel mondo del calcio. Mi spiega il calcio. Il tempo è galantuomo, arriverà in serie A, diventerà qualcuno per davvero, ne sono certo.

Strameritava il suo Sassuolo. E’ la rabbia per l’eliminazione con la Sampdoria, la palla che non entrava, quel rigore inventato, quei due negati. E’ il sogno, slittato di un anno ancora.

E’ Sansone, ma è tanti altri. E’ una squadra, semplicemente.

E’ Di Francesco, professionista di grande pregio ed educazione. Formidabile. I neroverdi talvolta hanno giocato come il Bayern. E’ Berardi, Terranova, è chi è stato lasciato libero. E’ Noselli, è Consolini. E’ chi criticavo e mi ha smentito e chi non criticavo perché sì, lo ammetto, la favola mi piace.

Mi piace tanto la favola del Sassuolo, come mi piaceva l’Udinese in Champions League, e Guidolin e Di Natale e Di Vaio ma chissà quanti. E’ il bello di tifare non per la Juve, ma per chi per definizione non potrà mai vincere.

La serie A del Sassuolo è lo scudetto del Cagliari che non ero ancora nato, è lo scudetto del Verona a 14 anni, Galderisi, Elkjaer e tutto. Sono gli scudetti del Napoli, lo scudetto e le coppe della Sampdoria. Sino al ’90 non facevo il giornalista e sapevo tutto, ma proprio tutto, di tutti gli sport.

Adesso non so niente e cerco di far finta di sapere tutto. E’ lo scudetto della Roma, della Lazio, sfiorato dalla Fiorentina. La promozione del Sassuolo è la semifinale di coppa delle Coppe dell’Atalanta e Uefa del Cagliari. Sono le grandi avventure nelle coppe delle provinciali.

E’ il Chievo, sì, il Chievo. Sono stato tante volte al Bentegodi.

E’ il Parma, sì, il Parma, il primo Parma di serie A che ancora non seguivo.

Il Sassuolo è Benarrivo-Di Chiara olè, è Dino Baggio e Zola, è Mussi e Bucci, è Apolloni e Minotti, è Cuoghi e tanti ancora.

E’ il piacere di tifare diverso.

E’ il gol di Futre al Mirabello, prima vittoria della Reggiana in serie A, 20 anni fa.

E’ il calcio, lo sport, è il bello dello sport. E’ la Grecia che vince l’Europeo del 2004, una gioia più grande dei mondiali dell’Italia. E’ il piacere di tifare diverso, di pensare diverso.

Perché devo tenere la Juve? La tenevo da bambino, con Platini, finché la Roma perse lo scudetto dell’86. Mio padre teneva la Juve, io la tengo in Europa, in Italia mai. Ma gloria a Boniperti.

Il Sassuolo è la pallanuoto, la pallavolo, il basket, gli sport olimpici. E’ tutto. E’ una passione smisurata non tanto per le partite ma per le storie.

Per le province. Per Modena, per l’Emilia, per le province della mia terra. Padania, sì. Padania. E’ una bella storia padana, la mia terra.

E’ il patron Squinzi, sono le interviste a lui per la precedente promozione.

Il Sassuolo è stato l’amico massaggiatore Belenky, grande pezzo di prestigio sull’Indipendente.

Il Sassuolo è la novità del calcio italiano e, chissà? Europeo? Non lo so. Dicono che il patron Squinzi investirà tanto, io non credo.

E’ la festa degli auguri di Natale in teatro ma con un occhio al computer per un risultato o una partita.

E’ tutto, il Sassuolo. Sarà il piacere di vedere Sassuolo-Juve, Sassuolo-Milan e Inter. E’ Frascatore, titolare in under 21 e quasi mai impiegato in B.

Il Sassuolo sono gli scudetti del Panini Modena, la promozione e la salvezza del Modena in A, le due promozioni e l’unica salvezza della Reggiana in A. La promozione e unica salvezza del Cesena con Giaccherini. E’ l’Europa del Bologna, di Guidolin e anche dopo. E’ il Piace, il caro vecchio Piace, otto anni di serie A e spesso c’ero.

E’ la Sampdoria, il Genoa, è tante squadre. Il Catania, il Palermo, il Cagliari.

Sono mille squadre, mille passioni, mille storie.

E’ quel grido, quel coro: Sas-suo-lo.

E’ non lo so cosa sia. E’ immaginare Sassuolo-Juve che finisce in pareggio, perché già oggi potrebbe finire sull’1-1, credetemi.

E’ decine di giocatori conosciuti, intervistati, avvicinati, salutati. E’ una stretta di mano, un sorriso, una commozione.

E’ il derby. Allo stadio ho visto solo quello della salvezza all’ultima giornata, con il primo gol in B di Magnanelli.

Già, Magnanelli, Masucci, Pomini. Dalla C2 alla A. E’ il comprensorio emiliano delle ceramiche. E’ tanta roba. Sono lacrime di gioia, è la favola moderna del calcio.

E’ come l’Olimpiade. Sì, l’Olimpiade per me è la cosa più bella della vita. L’Olimpiade.

Ecco, il Sassuolo è come un giorno di olimpiadi.

E’ un tema che riempie la vita. E’ una squadra di signori perbene e di giocatori veri. Di uomini veri, di gente vera. Amo gli elenchi, stavolta ve lo risparmio. E’ una signora rosa, sissignori.

E’ il Sassuolo. Ma è anche il Modena, il Carpi, è stato persino il Fiorenzuola e la serie B persa ai rigori con la Pistoiese, è il Ravenna che avvicinò la serie A. E’ il Rimini che la meritata. E’ il Mantova che la strameritava. E’ la Cremo che la ottenne più volte. E’ una provincia emersa mentre tante chissà dove sono. Chissà dov’è l’Asti, ad esempio. Andando a Piacenza ricordo il cartello, in autostrada.

Il Sassuolo è tanti amici, anche modenesi, giornalisti e addetti ai lavori. E’ uno stadio emozionante, dove sono come a casa mia.

Spero venga a Reggio, per egoismo e comodità, ma la favola del Sassuolo è bella ovunque. E’ il bello di tifare a favore, molto prima che contro.

Mi viene in mente Guccini: “Son tutto questo le mie canzoni”.

Ecco, son tutto questo i miei pezzi. Le mie emozioni.

Dalla professione ho avuto tanto, escluso un contratto e un libro. Il primo escluso due mesi difficilmente arriverà, pazienza. Il secondo vorrei scriverlo sul Sassuolo.

E’ il Sassuolo a Tutto il calcio minuto per minuto…

In macchina ho il cd della storia della trasmissione con cui sono cresciuto, la domenica pomeriggio ascoltando le partite, negli anni ’70. E’ Stock 84. E’ il calcio, è lo sport. E’ il bello della vita.

E’ una dichiarazione d’amore a Silvia.

Quante cose è il Sassuolo. E’ la squadra del cuore. Ma ne ho tante, ne avrò sempre tante. Non ho una maglia neroverde, non ho maglie di squadre, non ho autografi, non ho foto, non ho niente con calciatori e personaggi. Non importa. Mi basta un ricordo, l’emozione, un pensiero.

La festa. Con 5 anni di ritardo, è serie A.

Sono l’unico che la festeggia al mio paese, Coviolo, frazione di Reggio, a Pieve Modolena, dove abita ancora mia madre e torno spesso. Sassuolo è stato abbastanza nella mia vita professionale degli ultimi 5 anni.

Non sono mai andato in Europa, in trasferta, con Parma, Bologna o altre squadre. Chissà…

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