Sergio Scariolo e Mauro Mazzotti, ct di successo in Spagna: basket e baseball vincenti. Il Giornale, luglio 2010

Mauro Mazzotti si è diplomato all’ISEF di Milano nel 1984

Vanni Zagnoli
Nel paese che ormai vince tutto, due italiani hanno successo esportando il knowhow azzurro. Sergio Scariolo, 49 anni, guida la Spagna del basket e degli iberici ha proprio il look, con abbronzatura e capelli all’indietro. Mauro Mazzotti, 51 anni, romagnolo trasferito a Milano, dirige le Furie Rosse del baseball. Entrambi hanno il doppio incarico.
“Io – racconta Scariolo, in vacanza in Sardegna – durante la stagione sono a Mosca, a guidare il Khimki, d’estate vivo a Marbella. Sono stato nominato ct l’anno scorso, ho fatto canestro al primo tentativo, vincendo gli Europei in Polonia”.
Bresciano, Scariolo è l’anfitrione della nostra pallacanestro che da un decennio delude, a parte l’argento olimpico del 2004.
“E’ risaputo che la componente più competitiva del basket italiano sono gli allenatori. Nelle varie categorie, siamo i più in alto, come livello generale. E non parlo di me”.
Inizia la 14^ stagione in Spagna.
“Avevo la sensazione che nella pallacanestro europea quel movimento fosse in crescita, è stata un’esperienza molto bella, sul piano professionale e pure di vita”.
Partì da un piccolo club, il Tau Vitoria, paragonabile al Villarreal del calcio.
“Non aveva mai disputato una finale per il titolo, ci arrivammo e fu una grandissima gioia, quasi tutte le prime volte hanno un sapore speciale. Passai al Real Madrid e lì è l’opposto, se ti va bene vinci anche tu: uno scudetto l’abbiamo messo in bacheca, per essere all’altezza di un club che rappresenta l’eccellenza”.
Quindi cinque stagioni all’Unicaja Malaga.
“Coppa, campionato e un terzo posto in Europa”.
Come vede la finale di Johannesburg?
“Tutti danno favorita la Spagna, a me non piace fare pronostici. Per ora ha dato la sensazione di maggiore solidità e completezza, ha pure difeso molto bene, questo ha fatto la differenza già all’Europeo del 2008, perchè la qualità di tocco gli spagnoli l’hanno sempre avuta”.
L’attenzione alla fase difensiva è tipica della cultura italiana?
“Noi abbiamo occhio più attento a quanto occorre per vincere, a livello mentale e tattico. In Spagna si cerca di finalizzare al successo l’anima portata a estetica e spettacolo puro”.
Al Real ha conosciuto il ct Del Bosque?
“E anche il dg Fernando Hierro. Calcio e pallacanestro coesistono nella polisportiva, Vicente è un tipo molto alla mano e davvero in gamba”.
La Spagna sta diventando il Dream Team di tutte le discipline più popolari.
“Il momento è fantastico, anche grazie a coincidenze. Peraltro un paese di 40 milioni di abitanti non può reiterare gli allori per 20-30 anni. La cultura sportiva è davvero radicata nella gente, la loro scuola è incomparabile all’Italia, come base e praticanti: pochissimi cittadini non hanno praticato una disciplina in maniera minimamente impegnata”.
Cosa può arrestare il fenomeno?
“Il boom economico è finito da un anno e mezzo. Aveva prodotto quella crescita con allenatori e giocatori stranieri che hanno fatto crescere gli atleti locali. Il regime fiscale favorevole è terminato, era stato fondamentale per far affluire fuoriclasse. Real e Barça sono garanzie, sono due istituzioni solidissime: per imitazione i club rivali cercano di superarle, la loro egemonia è positiva anche per gli altri”.
Nel batti e corri, Mazzotti allena anche Rimini.
“Ho portato la Spagna al miglior piazzamento di sempre ai Mondiali – spiega -, fra le prime dieci. Era una delle squadre marginali, un anno fa passò il primo round delle eliminatorie, finendo davanti all’Italia. La base è a Barcellona, sono stato laggiù la settimana scorsa: il Mondiale di calcio è seguitissimo, ha fatto risvegliare il patriottismo”.
Per Mazzotti cinque sono le parole chiave: serietà, lavoro, programmazione, professionalità e fortuna.
“Negli ultimi 10 anni lo sport iberico ha compiuto passi da gigante. Nel 2007 ha vinto persino la pallavolo, gli Europei con Anastasi. Dobbiamo tenere presente questo loro miglioramento e capire i motivi per cui siamo regrediti: la programmazione è base di qualsiasi affermazione”.
Il ct del baseball ha avuto due anni di contratto, a fine mese ai campionati europei di Stoccarda conta di meritare l’estensione. “Obiettivo prime 4 e qualificazione ai Mondiali”. Per far brillare la Spagna anche sul diamante.

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