Il Gazzettino, la Figc. Vincono le schede bianche e il presidente del Coni Malagò, ci sarà un commissario: il segretario Fabbricini magari con Costacurta. Tommasi non si allea con Gravina, che rifiuta l’offerta in extremis di Sibilia. Il presidente di Lega Pro: “Ci scusiamo con gli italiani”. Nicchi è pentito di non essersi candidato, Tommasi si sente dare del 5 stelle

Tommasi, Sibilia e Gravina durante l’assemblea di oggi (LaPresse)

Commissario sia, allora. Anche per la Figc, dopo la Lega di serie A, commissariata da 9 mesi e in cerca di un nuovo commissario, con Tavecchio scaduto ieri, per questo ruolo. Il commissario della federcalcio sarà scelto dal Coni, potrebbe essere il presidente Giovanni Malagò in persona, al rientro dalle olimpiadi invernali, oppure il segretario Roberto Fabbricini. Alternative sono Michele Uva, dg della Figc e vicepresidente Uefa, scelto proprio dal Coni; più difficile che sia un ex calciatore, magari Billy Costacurta, da anni a Sky. Il commissariamento può durare un anno, sarà l’occasione per riformare davvero. Ha vinto Malagò: giovedì pomeriggio in una giunta straordinaria del Coni deciderà il da farsi, ma ha perso il calcio italiano.
All’hotel Hilton di Fiumicino la giornata è lunghissima, con trattative proseguite anche domenica notte. Vincono le schede bianche al ballottaggio, nessuno dei due candidati raggiunge la maggioranza assoluta. Cosimo Sibilia aveva chiesto alla Lnd di non esprimere preferenze, al quarto scrutinio ottiene l’1,85%, segno che qualcuno l’ha votato lo stesso, mentre Gabriele Gravina arriva al 39,06%, per governare aveva bisogno del 50% più un voto. Vincono le schede bianche, con il 59,09%, per volontà del terzo candidato, Damiano Tommasi, che ha chiesto ai delegati dei calciatori di non esprimere preferenze, esattamente come Sibilia, ma prima. L’assemblea si chiude con il nulla di fatto, dopo un mese e mezzo di trattative.
Per settimane lo scenario aveva visto Tommasi vicino a Gravina, l’accordo fra i due non è andato in porto e allora è stato Sibilia a offrire l’intesa al presidente della Lega Pro. “Abbiamo fatto tutti i tentativi – racconta il presidente della Lega Dilettanti -, per un accordo di larga condivisione. Nei primi tre turni ero in vantaggio io, dunque in teoria favorito, ero disposto a farmi da parte. Evidentemente all’interno hanno avuto problemi, ma questo sta a significare quanto noi siamo stati responsabili. Gravina mi ha telefonato per dirmi che gli serviva tempo, per trovare un accordo con la sua squadra”.
Sibilia ha naturalmente chiesto la vicepresidenza per sè, il rivale nicchia per coerenza. “Chiedo scusa a tutti gli italiani – sussurra Gabriele Gravina -, il calcio è una parte importante ma non è tutta la mia vita e non ho voluto abdicare al mio modo di essere per la presidenza della Figc. Non me la sono sentita e per coerenza ho rinunciato a questa ipotesi facile da centrare. Avevo dei compagni di viaggio e non potevo rinnegare il percorso fatto con loro, gli accordi presi”.
Gravina era accreditato di un teorico 57%, perchè avrebbe conglobato a sè i voti di Damiano Tommasi, ma il veronese non si è piegato, rifiutando il ruolo di ago della bilancia. “Avrei voluto giocare la partita sino in fondo – conclude Gravina -, all’ultimo ballottaggio, impossibile perché qualcuno ha preso il pallone e lo ha portato via. Sono rimasto solo in campo. Non stiamo a parlare di proposte di accordo, che definisco volgare. Non è la sconfitta del calcio italiano, ma la certificazione della sconfitta di una classe dirigente”.
L’assoallenatori avrebbe dovuto sostenere Tommasi, Ulivieri ha virato su Gravina dalla prima votazione, ma era nell’aria. Se il presidente degli arbitri Nicchi è pentito di non essersi candidato (“Sarei stato utile…”, Tommasi si è sentito dare del 5 stelle: “Ma non faccio politica”, si difende.
Alla prima votazione, Sibilia raggiunge il 39,37%, Gravina è al 37.06%, Tommasi al 22.34%, le bianche all’1,22%. Occorrevano i tre quarti delle preferenze, per essere eletti al primo turno. Al secondo, i due terzi: Sibilia sale al 40,41%, Gravina scende appena (36,29), Tommasi si mantiene, 22,23%. Nella terza votazione basterebbe il 51%, si resta lontani: Sibilia ha il 39,42%, Gravina il 38,36% e Tommasi il 20,78%. Tommasi si ritira con i suoi per votare scheda bianca, Sibilia per evitare il commissariamento fa “tre passi indietro” ma non basta perchè Gravina rifiuta l’inciucio. E così è andata in onda l’ennesima commedia del calcio italiano.
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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