I pezzi che mi servono e quelli che sono inutili. Un’altra identità, alla Beppe Di Corrado

Ci sono colleghi, a varie latitudini, che pubblicano volentieri pezzi su personaggi per avere vantaggi personali, per offrire visibilità a testate o a colleghi che poi possano valorizzarli. E’ proprio una missione. Capiservizio o capiredattori zelantissimi nel rendere felici il direttore, il vice, il caporedattore centrale.

Io, invece, sapete che ho sempre fatto. Vedo gente, mi contattano amici vecchi e nuovi, e cerco di renderli protagonisti sui media. E a volte arriva un grazie stiracchiato.

Errore, errore, errore. Errore su errore. Doppio.

A parte magari pochi amici veri – o comunque da circoscrivere -, devo concentrarmi sulle storie di primo piano, lasciando perdere chi non mi offre prospettive.

Ma in fondo preferisco così. E’ il mio modo di estrinsecare un pizzico di bontà, fare qualcosa per gli altri.

Ammiro Giuseppe De Bellis, che indossa altri panni, come scrittore, come Beppe Di Corrado.

Io avrei bisogno di un’altra identità per fare nomi e cognomi degli opportunisti.

Badate bene, naturalmente Giuseppe, pugliese ’77, carriera fulminante ma pure gentiluomo, intelligente, non c’entra con gli arrampicatori.

Non ricordo peraltro colleghi di quel livello con una doppia identità, ecco.

 

 

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