Il Gazzettino, la Champions senza Var è falsata. Ha ragione il ds Monchi: “Senza gli errori arbitrali la finale sarebbe stata Roma-Bayern Monaco”. Ceferin fa stranamente opposizione, alla Uefa

James Pallotta presidente della Roma (notizie.it)

L’uscita della Roma dalla Champions league si trasforma in promozione del Var. Quand’anche fosse arrivato il rigore del possibile 2-2 a inizio ripresa, 5’ prima del vero pari, difficilmente i giallorossi sarebbero riusciti a passare, poichè il Liverpool probabilmente avrebbe evitato il rilassamento finale, costato altre due reti.

Negli occhi resta dunque l’abnegazione capitolina, nella mente le proteste del presidente americano Pallotta e del ds spagnolo Monchi. “Il Var è indispensabile in Champions League. È inaccettabile quanto abbiamo visto – attacca il businessman di Boston -. Arbitrare è difficile, ma è impossibile continuare senza l’assistenza video, si rischiano figuracce come questa e di scadere nel ridicolo, con uno spettacolo imbarazzante”. L’ex portiere e ds del Siviglia: “Sarebbe cambiato tutto con gli episodi valutati in maniera corretta. Abbiamo preso un gol in fuorigioco a Liverpool e qui ci stavano due rigori clamorosi e l’espulsione. Il calcio italiano alzi la voce, è il momento, l’accaduto è clamoroso. Non capisco come il Var non appartenga alla competizione per club più importante. La squadra in spogliatoio era molto arrabbiato”. 

Alessandro Florenzi: “Si è vista un’ingiustizia, con errori arbitrali sotto gli occhi di tutti”. Eusebio Di Francesco: ”Episodi veramente clamorosi ci hanno levato qualcosa nel momento topico della partita”.

Il Monchi di ieri, invece. “Senza gli errori arbitrali, la finale sarebbe stata Roma-Bayern”. 

In Ucraina l’epilogo sarà fra le grandi tradizionali del calcio europeo (prima delle 5 Champions del Milan di Berlusconi), Real Madrid e Liverpool, come nell’81, quando decise un gol di Kennedy per gli inglesi, a 9’ dalla fine. Il tedesco Klopp ha un gioco fin troppo arioso, Zidane allena semplicemente i migliori.

Persino la tedesca Bild sottolinea il rigore non fischiato da Skomina: il portiere Karius tocca Dzeko, il fuorigioco non c’è; Alexander Arnold devia con la mano il tiro di El Sharaawy. Nell’altra semifinale i tedeschi lamentavano un tocco di mano, poi ammesso dal brasiliano Marcelo. Fra i pareri spicca per autorevolezza il mestrino Paolo Casarin. “L’atteggiamento dell’Uefa è discutibile. Adottare la tecnologia in maniera uniforme è complesso ma bisogna pur cominciare. Lascia interdetti che neanche nella prossima stagione venga adattata. L’arbitro non coglie tutto, gli assistenti di porta servono a nulla. La Uefa è in attesa della perfezione, che senso ha?”.

Aspettiamo allora i passi di Michele Uva, vicepresidente Uefa, e di Andrea Agnelli (danneggiato con la Juve, nel 3-4 con il Real Madrid), alla guida dell’Eca al posto di Rummenigge, massimo dirigente Bayern. L’associazione dei club avrà consiglio a Lione, in Francia, alla vigilia della finale di Europa League, e un altro il 24 maggio, a Kiev, prima della finale Champions. E’ colpa del presidente Ceferin, sloveno come Skomina, non in sintonia con la Fifa e lo svizzero di Calabria Gianni Infantino, che invece adotta l’aiuto al mondiale. I migliori arbitri sono europei, strano che Ceferin parli di “un periodo preparatorio di almeno un anno, affinchè siano pronti. Non affrettiamo decisioni di tale impatto sul gioco. Il Var non sarò adottato prima del 2020, nella Champions e, forse, agli Europei”.

Ieri la razionalità di James Pallotta. “È diverso da una partita di pallacanestro, dove si segnano anche 120 punti a partita. Non è accettabile quando un gol è così importante e alla fine perdi per un totale di 7-6”.

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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