Il Gazzettino, nuoto. Thomas Ceccon, il vicentino delle 5 medaglie alle olimpiadi giovanili di Buenos Aires: “La vita da stakanovista, inseguendo la medaglia a cinque cerchi. Impossibile avere una fidanzata, tantomeno lontano. Dotto è troppo personaggio, il mio modello è Restivo”. E’ alto uno e 96

Thomas Ceccon (it.eurosport.com)

La versione integrale del pezzo uscito su “Il Gazzettino”

Thomas Ceccon è il campione del futuro, per il Nordest, con 5 medaglie alle olimpiadi giovanili di Buenos Aires: oro nei 50 stile libero, argento sui 50 dorso e sui 200 misti, bronzo nei 100 dorso e nella 4×100 stile. E’ vicentino, di Magrè di Schio, cresciuto sul piano natatorio a Creazzo, nella Leosport.
Thomas, da un anno si allena a Verona…
«La vita è un po’ difficile, perchè mi sono staccato da papà Loris, 44 anni, infermiere a Santorso, e da mio fratello Efrem, studente di infermieristica, all’università».
Anche lei studia?
«Al liceo scientifico sportivo, il Cepu, a Verona».
Ha sempre nuotato?
«Sin dai 2-3 anni, addirittura. Da bambino alternavo con il tennis: non avessi continuato in vasca, avrei proseguito con la racchetta».
E’ uno e 96, per 86 chili. 
«Ero il più alto dei nuotatori italiani alle mini olimpiadi di Argentina e forse di tutte le nazioni in acqua».
Vive con mamma Gioia, 41 anni.
«A Verona, al quartiere Borgo Nuovo. Ha un negozio di abbigliamento, a Schio».
E’ stato a vedere Chievo-Juve, la prima di Cristiano Ronaldo in Italia?
«No, il calcio non mi dice proprio niente».
Ha levato il record italiano dei 200 misti, a Federico Turrini. Che idolo ha?
«Era Michael Phelps, ma dopo Rio si è ritirato definitivamente».
E’ sempre stato allenato dal vicentino Alberto Burlina?
«Inizialmente mi seguiva una sua collaboratrice, Anna Vallarsa. Davvero è il miglior tecnico che potrei avere. Vengo dal collegiale di San Marino e poi dal lavoro a Moena».
Com’è la giornata tipica di un baby campione?
«Sveglia alle 6,30, colazione con la mamma, 10’ dopo, latte e biscotti. Alle 7 prendo la bici per andare in piscina, anche con questo freddo, basta una decina di minuti. Alle 7 e mezza mi aspetta coach Burlina, già sveglio alle 5,30: è in tuta, usa il cronometro solo sul lavoro forte».
Nei misti, si parte a delfino, poi dorso, rana e si chiude a stile. Come li allena?
«Intanto c’è il riscaldamento di tre quarti d’ora, con esercizi per le gambe e le braccia, e poi 50’ di lavoro e 20’ di scioglimento. Alle 9,30 la doccia, ma niente creme, sulla pelle: per il momento non ne ho bisogno. Poi mi cambio e sempre in bici prendo la cartella e vado a scuola, dalle 10 alle 13». 
Com’è il pranzo?
«Mangio la pasta della mamma oppure i tortellini o gli gnocchi. Quindi dormo un po’ e alle 16,30 ho l’altro allenamento, sino alle 18,30. Stesso riscaldamento, qualche giorno vado in palestra. Se spingo molto al mattino, brucio meno energie di pomeriggio. Sono 10 sedute la settimana: doppio lavoro il lunedì e il martedì, una seduta il mercoledì, doppio giovedì e venerdì, sabato singolo».
Alle 19 rientra a casa. 
«Cena dalle 20 alle 20,30, con pesce, carne e verdura. L’appartamento è piccolo, non ho la tv in cucina. Poi mi riposo, qualche volta studio, vado a dormire dalle 23,30».
E’ fidanzato?
«Con il nuoto è troppo difficile. Con Emma è durata un anno e poi sempre un tira e molla: era il periodo in cui mi allenavo a Creazzo, anche lei nuota».
Insomma, i 5 podi olimpici giovanili le sono costati la ragazza…
«Con lo sport a un certo livello non hai tempo di far niente. La sera sono anche stanco, non mi va moltissimo di uscire, ho pure pochi amici. Il sacrificio viene prima di tutto. Ci sono altre ragazze che potrei avere, ma sono anche distanti e nel weekend spesso abbiamo le gare. Con il nuoto in primo piano devi rinunciare ad altro».
Cosa farà a Tokyo 2020?
«Ancora non so se i 200 misti o altro, probabilmente una staffetta. Al recente mondiale in vasca corta sono stato semifinalista sui 100 dorso e poi sono uscito in batteria 200 misti. Agli Europei di Glasgow sono stato 5° sui 100 dorso e semifinalista sui 50».
Dovesse puntare su una sola gara, cosa sceglierebbe?
“I 200 stile libero, una delle specialità anche di Gabriele Detti e, in precedenza, di Magnini».
Quanto usa i social?
«Su facebook non vado quasi più. Faccio molte foto, storie, per ricordo, su instagram ho quasi 13mila followers. Quando si gareggia all’estero, non c’è mai tempo di vedere bene la città: sono stato a Helsinki per la coppa Comen, a Indianapolis. Parlo un po’ l’inglese. Nel tempo libero gioco al telefono, esco con gli amici del nuoto: su tutti il delfinista Federico Burdisso, che adesso studia in Inghilterra».
Quanto incide lo sport sulla popolarità e il successo con le ragazze?
«Sì e no, non piaccio a tutte… In generale, più sei forte, più sei visto e più piaci, si nuota anche per quello. A volte viene anche l’assuefazione: da un anno sono in full immersion, diventa stressante, quando calchi molto il training».
Farebbe L’Isola dei famosi?
«A me quelle robe non piacciono, non amo il trash».
Facciamo due calcoli, quante olimpiadi farà?
«In Giappone avrò 19 anni e mezzo, spero di qualificarmi. A Parigi 2024 teoricamente sarei al top e potrei reggere anche sino a Los Angeles. Il 2032? Avrò 31 e mezzo, vediamo come va».
Sempre senza fidanzata?
«Qualche ragazza a giro sì…».
Che sogni ha?
«Andare alle olimpiadi, appunto, e magari vincerle».
Una carrellata sui personaggi del nuoto a Nordest. Partiamo da Luca Dotto, re degli Europei in vasca corta, un anno fa.
«Non ho grande feeling con lui, è troppo personaggio. Come esempio prendo il friulano Matteo Restivo: studia 6 ore al giorno, a Firenze, in ospedale, per diventare cardiologo, e poi regge tutti quei doppi allenamenti».
Federica Pellegrini.
«Quel che ha fatto ha fatto e anche bene: adesso nuota ancora un po’ per l’immagine, resta una grande atleta».
E le giovani?
«La trevigiana Margherita Panziera è una dorsista molto forte, oro agli Europei. Con la padovana Ilaria Cusinato ci capiamo, è molto simpatica».
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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