Il Giornale. Le otto coppe del Parma rischiano di andare all’asta. Per evitare le istanze di fallimento servono almeno 40 milioni.

L’integralità, ovvero la prima stesura del testo per Il Giornale

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Fiorenzo Alborghetti

Vanni Zagnoli

Parma

C’è un mese per evitare il fallimento dell’ex isola felicissima del calcio italiano, altrimenti le 8 coppe usciranno dalla bacheca gialloblù e andranno all’asta. Il passivo è di 96 milioni, per respingere le istanze di fallimento ne servirebbero almeno 40, ma chi è disposto a gettarli nella spazzatura? Perchè il rischio è che la società fallisca ugualmente, a fine stagione, con la serie B. Si accettano scommesse sulla retrocessione anticipata del Parma, non per sfiducia nelle capacità di recupero di Cassani e compagni, spesso vivi, ma perchè pioveranno penalizzazioni. Due punti per gli stipendi non pagati a novembre, tre adesso. Dunque un complessivo -6. La gara con l’Udinese va recuperata in fretta perchè se i crociati falliranno magari neanche andrà in campo più la primavera. I giocatori rinunciano alla messa in mora, qualche soldo gli arriverà dal fondo Aic, cercheranno essi stessi un nuovo acquirente perchè Giampietro Manenti esce di scena con perdite.

“L’avevo conosciuto – racconta il manager Fiorenzo Alborghetti – quando tentò di acquisire le cartiere Pigna, dove sono rimasto a lavorare. Sul mancato acquisto del Brescia non sto dalla parte dell’ex presidente Corioni, non ho seguito il tentativo con la Pro Vercelli ma a me aveva offerto ampie garanzie, altrimenti non ci saremmo esposti nella conferenza stampa di 10 giorni fa”.

Alborghetti era stato citato come dirigente di riferimento nel Parma di Manenti, si è sfilato subito per restare alla Pigna. “Il presidente mi ha sempre negato di avere speso solo un euro, per il subentro in società”.

Questo pistoiese di 45 anni si era portato la milanese Dla come advisor, mentre Taci era rappresentato da due avvocati e da un commercialista parmigiano. La Mapi grup era stata creata ad hoc per acquisire società sportive, nessuno capisce bene cosa faccia Manenti nella vita, certamente fa operazioni finanziarie per conto di altri. Aspettava tesori da oriente, in una settimana i 50 milioni presunti dovevano arrivare, dalla Russia come dall’Ucraina, nonostante l’embargo per la guerra.

Lucarelli e compagni non lo vogliono più vedere, torneranno ad allenarsi lunedì, il punto è che i grandi industriali ducali non hanno voluto aiutare Tommasone Ghirardi e neanche si avventurano adesso nel salvataggio. Barilla, consorzio prosciutto di Parma, Chiesi farmautici.

 

Ieri Pioli, parmigiano di sasso, come si definisce, si è dichiarato basito per il rinvio della gara con l’Udinese. Se i biancocrociati non giocheranno più, arriverà il 3-0 a favore di tutte le avversarie, ci rimetteranno Chievo, Inter e Fiorentina, battute, Cagliari e Roma, bloccate sullo 0-0.

I discorsi sulla questione del Parma sono un problema più dei tribunali che dello sport”. Così Carlo Tavecchio, presidente della Figc, sulla crisi del club emiliano. “Credo che si faranno dei progressi – ha aggiunto – se riusciremo a capire come rivisitare le questioni economiche e di bilancio. Non si potranno accettare le iscrizioni ai campionati dei soggetti che non hanno la capacità e liquidità per farlo. Questo sarà oggetto di discussione in federazione a breve”.

“Tutti hanno delle responsabilità, inutile fare il j’accuse, ma credo sicuramente che il campionato non sarà falsato”. Lo ha detto il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, riguardo la situazione del Parma e il rinvio del match con l’Udinese. “La lega farà tutti gli sforzi perché non può demolire un prodotto calcio – ha aggiunto – quindi sicuramente non credo ci saranno defezioni in campionato”. “In questo momento i fatti gravi fanno riflettere – ha concluso – Faremo di tutto per far sì che non si ripetano”.

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