Il Messaggero. I tifosi chiedono il fallimento pilotato, ma Manenti temporeggia.

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Giampiero Manenti

Parma

La mazzata arriva in serata, ieri la Procura ha chiesto il fallimento del Parma per inadempienze fiscali. La richiesta è firmata dai pubblici ministeri Paola Dal Monte, Giuseppe Amara e Umberto Ausiello, l’udienza sarà il 19 marzo. Ecco, il presidente Giampietro Manenti ha un mese per aggiudicarsi la battaglia più complicata, mentre i tifosi da 3 mesi chiedono il fallimento pilotato modello Bari (ma pure Ascoli e Monza, in Lega Pro), almeno per mantenere la serie B. Perchè la retrocessione si concretizza con quel bonifico così misterioso e già fuori tempo massimo, con la penalizzazione complessiva di 6 punti: 2 per l’insolvenza di novembre, 3 per la recidiva di lunedì, più il punto levato per la scorsa stagione. E’ come se i crociati fossero a 4 e al di là dell’epico 0-0 all’Olimpico si avviano a stabilire il record negativo di punti. Domenica andranno così alla “guerra santa dei pezzenti”, per restare in termini religiosi e dirla alla Francesco Guccini, con la sua Locomotiva. Manenti fa venire in mente il vecchio cantautore e scrittore perchè abita a Monsummano Terme, provincia di Pistoia, come Guccini è affezionato alla sua Pavana. Toscano è anche il capitano, Alessandro Lucarelli, livornese: a 38 anni potrebbe chiudere con il calcio di serie A ma convince i compagni a evitare la messa in mora e non solo per un giorno. La pazienza aumenterà, d’accordo il presidente dell’Aic Tommasi e il dg Grazioli, almeno sino a domenica. In fondo se l’ex Ghirardi in 8 anni ha accumulato almeno 96 milioni di euro di debiti, il nuovo proprietario merita più di 8 giorni, per raccattarne 30. “Sono andato in Slovenia – racconta a Il Messaggero -, per seguire personalmente il bonifico. C’è stato un problema informatico-bancario, non solo per il nostro”.

Già, sarà questione di computer, magari dell’adsl instabile a Nova Gorica. La chiavetta che non prende, forse il gestore telefonico. In fondo Manenti alla nostra chiamata risponde con un brillante “Halo”. Ci avrà scambiati per finanziatori, da Russia o Ucraina. “Per ora con la socia Isabella Camporese, di Marina di Carrara, facciamo da collettori rispetto a soldi che arrivano dall’estero”.

A Collecchio, le macchine della palestra erano state pignorate da Equitalia la scorsa settimana, in mattinata è toccato a 3 furgoni e un’auto. “Ma venerdì li compriamo nuovi”, garantisce Manenti. L’ex socio di minoranza Giuli (Energy-ti) chiede il commissariamento del club per irregolarità nel cda. “Ci era stato venduto il 10% per 50 milioni. Dopo 6 mesi, erano diventati 97, al netto dei crediti”. Capito, Ghirardi?

Vanni Zagnoli

 

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