La Statistica (Matteo Pia). Anche i numeri condannano Inzaghi, è uno dei Milan peggiori dell’èra Berlusconi.

La rubrica, lo studio del parmigiano Matteo Pia conferma numeri alla mano che Inzaghi non è maturo per guidare il Milan, oggi. Fra 5 anni, magari, ne riparliamo.

 

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Filippo Inzaghi

Il Milan non è riuscito a trovare la svolta auspicata con il terzo allenatore scelto nell’arco di un anno. La gestione di Filippo Inzaghi è stata incapace di riportare i rossoneri nei quartieri alti della nostra Serie A ed è necessaria una riflessione sul valore dell’ultima gestione tecnica del Diavolo. Se sul finire della scorsa stagione avevamo paragonato il girone d’andata affidato a Massimiliano Allegri con quello di ritorno di Clarence Seedorf, ora è possibile aggiungere anche il Milan di Inzaghi al confronto.

Da molte giornate, nella nostra classifica statistica, sottolineiamo come il Milan sia sempre a forte rischio di un crollo a causa di un PDO molto alto. Il Milan di Inzaghi, infatti, presenta un valore di 1081, il più alto dei rossoneri nell’ultimo anno e mezzo. Allegri era ben al di sotto del potenziale della squadra con un modesto 923, mentre Seedorf era riuscito a spremere quasi tutto il possibile con un 995 sostanzialmente in linea con il 1000 a cui tende in media un campionato. Inzaghi, evidentemente, è andato oltre. Perché la qualità offensiva è migliorata, ma anche perché non è mancato un pizzico di fortuna.

Se si guarda alla fase offensiva, infatti, i valori percentuali del Milan di Inzaghi sono i migliori nel confronto. Il 36,6% di percentuale realizzativa è nettamente superiore al 29,8% della gestione Allegri e al 29,3% di Seedorf. Il tutto nonostante una SOT leggermente più bassa: 31,7% contro 32,9% per Allegri e 32,3% per Seedorf. In altre parole, il Diavolo versione 2014-15 ha una pericolosità maggiore e segna necessitando un minor numero di tiri rispetto al 2013-14.

Se si passa alla fase difensiva, invece, notiamo come il Milan di Seedorf sia nettamente il migliore del mazzo. Sia per la percentuale di salvataggi del 72,8% (del 10% superiore a quella del predecessore e di un 1,4% migliore rispetto a quella del successore), sia per la SOTCON. Un tiro subito durante la gestione Allegri si traduceva in un tiro in porta nel 48,7% dei casi, durante la gestione Inzaghi nel 30,6%. E, invece, nella gestione Seedorf soltanto nel 27,4%. Un valore da alta classifica, che spiega come quel Milan (nonostante tutti i problemi) fosse riuscito a trovare un equilibrio sconosciuto prima e dopo. Il tutto, difendendo più alto rispetto a Inzaghi e Allegri.

Il vero problema della gestione di Inzaghi, però, non emerge dalle percentuali, bensì dai dati medi. Il suo Milan tira in porta soltanto 3,88 volte a partita contro le 5,47 della gestione Allegri e le 5,1 dell’era Seedorf. Ma tira molto meno in genere e subisce tanti tiri quasi quanto nei primi sei mesi del 2013-14 (4,3 in porta a partita contro 5,47 e i miseri 2,26 dei sei mesi di Seedorf). Numeri da piccola squadra, da formazione che gioca in un modo troppo speculativo per poter uscire dal guado della classifica. E che, forse, se fosse stata un pizzico meno fortunata sarebbe addirittura in posizioni peggiori. Guardando questi numeri, viene da chiedersi che cosa sarebbe potuto accadere con una rosa rafforzata come questa e ancora Seedorf in panchina.

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