Il Messaggero, Sassuolo-Juventus 1-3. Allegri: “Siamo vicini al presidente, più che vincere non possiamo”

Con Pavel Nedved

Reggio Emilia – La curiosità di Sassuolo-Juve era solo per capire il clima attorno ad Andrea Agnelli, che rischia due anni e mezzo per la storia dei biglietti agli ultrà. Il verdetto è atteso per il prossimo lunedì, gli osservatori più attenti pensano a una pena simil Conte per le scommesse, sei mesi. Non uno striscione, nè un coro, nè a favore nè contro. Nessuna voce, sabato e ieri, del Sassuolo, in merito, mentre Allegri dedica volentieri il tris alla famiglia: “Siamo molto vicini alla società e al presidente, più che vincere la partita non possiamo”. E lì gli strappiamo anche un pensiero per Eugenio Bersellini, parmense: “Un maestro di calcio. Un pensiero alla famiglia”.
Il resto, naturalmente, è la tripletta di Paulo Dybala, da palloncino d’oro, nel senso che a parte i soliti due potrebbe essere il terzo uomo più forte al mondo, più di Neymar e degli altri in giro per le aree. La Joya è un vero gioiello, è gioia, come la pulce. Meno saettante di Messi, però pettina il pallone, lo telecomanda. Al povero Cristian Bucchi, 41enne al debutto in A, appena alla 6^ stagione in panchina, chiedono se sia un marziano, per la serie A. “E’ il più decisivo, con giocate variegate. Sul primo gol è geniale, raddoppia con una puntata in controtempo, mentre la punizione è messia lì… Però incidono anche i nostri errori tecnici, numerosi”.
Insomma, Sassuolo da 5+, Juve da quasi 7, non solo Dybala. Neroverdi piccoli, rispetto al quinquennio eusebistico, nel distretto delle ceramiche c’è un pizzico di timore di retrocessione. Il patron Squinzi si muove in stampelle, in ascensore: sta meglio lui della squadra.
La Juve risorge, dopo il tris del Camp nou. “Ma guardate – obietta Bucchi – che anche martedì sera era stata brava, con quel gran primo tempo. Non fosse stato per Messi…”.
Già, non fosse stato per Dybala, magari il Sassuolo l’avrebbe mantenuta incerta sino alla fine, avrebbe magari preso un gol in meno, ma la superiorità bianconera è totalizzante. Dai primi affondi a destra di Cuadrado su Adjapong, che poi salverà un gol. Mandzukic e Higuain creano spazi, l’argentino ex Palermo tesaurizza.
Ah, Higuain. E’ l’unico problema. “Ma è normale – argomenta Allegri – che un attaccante non segni. Appena si sblocca…”. Beh, anche a Cristiano Ronaldo è capitato di non segnare in Champions, a lungo, però… La partecipazione di Higuain è da Falcinelli, ecco… Al Sassuolo manca Berardi e la partita non c’è. Anche perchè Mazzitelli è triturato da Matuidi, o comunque il tandem con Pjanic funziona. “Il francese corre e sta zitto – sottolinea l’allenatore all’inseguimento del 7° scudetto in sequenza -, insomma un bell’acquisto”.
Bella è anche la Juve, con lo stile di Alex Sandro a sinistra, la tenuta difensiva, il ritmo elevato e la circolazione palla da tikitaka. I 21mila del Mapei si chiedono se sia da triplete, finalmente, da Mourinho e Inter, da Zidane e Real Madrid, vincitutto. Resta dura. Nella città del primo tricolore era troppo facile. L’Atalanta, per esempio, con l’Everton qui aveva dato più spettacolo.

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