Il Secolo XIX. Il presidente del Cesena Lugaresi: “Bisoli ha ottenuto 3 promozioni, in serie A però serve più organizzazione di gioco, per questo l’avevo esonerato”.

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Il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi

 

  • La stesura completa della lunga chiacchierata con il presidente bianconero Lugaresi, tra i miei personaggi preferiti. E’ per il Secolo XiX, grazie a Paolo Giampieri.

VANNI ZAGNOLI

Il Cesena è scivolato a 7 punti dalla salvezza. A fine girone d’andata sembrava spacciato, messo peggio del Parma, adesso è quasi impossibile che si schiodi dal terz’ultimo posto. Il presidente Giorgio Lugaresi spera nella seconda salvezza bianconera in A da un quarto di secolo, l’unica avvenne nel 2010-11 con Igor Campedelli, poi indagato per l’indebitamento.

“Mio padre Edmeo, invece – racconta -, ce la fece 4 volte, negli anni ’80 e resse la società sino al 2002. Dal ’67 era nelle mani dello zio, Dino Manuzzi, fratello di mia madre. Ero già stato al vertice della società fra il 2002 e il 2007, poi lasciai a Campedelli. Tornai a dicembre 2012, per evitare il fallimento”.

Cosa significa per lei la Liguria?

“Ho diversi amici tra i cacciatori di beccacce. Del resto è ligure l’ex presidente del club della beccaccia, Silvio Spanò, adesso solo onorario”.

Che atmosfera c’è agli allenamenti bianconeri, a Villa Silvia?

“Eccellente, traspare grande voglia di raggiungere l’obiettivo. Giovedì in amichevole a Casole Valsenia c’erano mille persone, fra cui 3-400 bambini”.

E’ l’unico presidente di serie A presente su facebook, dialoga in bacheca con giornalisti e tifosi…

“Anche Andrea Agnelli mi risulta. Mesi fa ho bacchettato la Voce di Romagna per pagelle irriguardose, quasi gogliardiche, sarà scappato un bicchiere di vino di troppo…”.

Che azienda ha?

“Di recente ho ceduto la Lugaresi tour operatour, faceva viaggi di caccia in 14 paesi al mondo, era la numero 1 in Italia. Avevo conosciuto Roberto Baggio in fiera, a Brescia, del resto ha un terreno in Argentina. Scrivo su riviste venatorie, amo fotografare: papà Edmeo andava a caccia con Boniperti, entrambi sono del 1928”.

Facciamo un gioco. A quali animali paragona i primattori di domani?

“Il collega Preziosi mi ricorda la vipera soffiante. E’ potentissima, africana, grossa come un braccio: è silenziosa e quando le si arriva a tiro si erge come un toro, risultando letale: solo con questo spirito si sopravvive a Genova… Gasperini è così bravo che lo paragono a un eland di derby, il fantasma del bosco, in Africa: vive con l’harem, 20-25 femmine e i maschi giovani; si muove mentre mangia, è inavvicinabile. Ecco, il mister è gentile, però quando lo affronti paghi dazio”.

E Perotti, la rivelazione della stagione?

“Eccellente, in effetti. Come l’orix, un’antilope: le femmine hanno corna più lunghe dei maschi e per la caccia sono più pregiate. L’argentino sarebbe un maschio, dalle corna corte e robuste. Borriello? E’ il serpentario, uccello grande come una cicogna, dalla criniera di piume come una corona: ha zampe lunghe, uccide i serpenti e se ne nutre; i serpenti, ovvero i difensori, si fidano di lui perchè sembra innocuo, eppure li frega ancora”.

Complimenti per la fantasia…

“Grazie, ma andiamo avanti. Niang è potenza allo stato puro, mi ricorda il bufalo, perchè quando è cacciato di fatto si trasforma in cacciatore e mette paura: meglio stargli alla larga, insomma, come all’ex milanista. Yago Falque è la jena ridens: piace poco agli avversari, pare innocuo eppure ha la mascella più potente dell’Africa”.

E il portiere Perin?

“Lo immagino come coccodrillo. Ti avvicini senza temerlo e ti fa fuori perchè ha uno scatto incredibile, tra i pali. E’ come intercettasse le gazzelle e gli gnu, si muove a velocità incredibile”.

Passiamo al Cesena?

“Ciccio Brienza è un gallo cedrone, si muove come un folletto fra i boschi: qui vive una seconda giovinezza, mangiando piadina romagnola, è l’esempio per tutti, giovani e anziani; un professionista di una serietà, voglia e costanza incredibili. E’ silenzioso, ha lo sguardo dolce: ne ricordo una recente visita alla pediatria dell’ospedale Bufalini, è stato emozionante vedere i suoi occhi carichi di umanità. E in campo trascina chiunque”.

Torniamo ai paragoni venatori?

“Defrel è una pantera nera, ha movenze potenti, affonda diretto alla porta, la sua preda: meriterà piazze importanti. Krajnc è un rinoceronte perchè quando carica segue una linea, non accetta sbandate, punta diritto all’obiettivo, del resto a 21 anni è titolare anche nella Slovenia, l’abbiamo in comproprietà con il Genoa”.

Chiudiamo con gli ex doriani.

“Lucchini ha disputato 104 partite in blucerchiato. E’ una giraffa, vede tutti dall’alto e si fa rispettare anche dai felini, in quanto forte e potente. Marilungo purtroppo è fuori da ottobre, operato di recente al pube. Era stato decisivo per la promozione, ne riparliamo la prossima stagione”.

E il mister Domenico Di Carlo?

“E’ un bufalo cafro, mansueto: al Chievo ha compiuto due miracoli. Mi ricorda il film “Ufficiale gentiluomo”, per il comportamento mai sopra le righe, sempre assolutamente coerente”.

A proposito, perchè aveva esonerato Pierpaolo Bisoli? Conquistò appena 8 punti in 14 gare, però in bianconero firmò tre promozioni, di cui due in serie A…

“Nelle categorie inferiori è diverso, qui non è sufficiente aspettare gli avversari, la grinta non basta, occorre un’organizzazione superiore, da questo punto di vista il mister deve crescere”.

All’andata c’era Bisoli, ma il Genoa passeggiò. E stavolta si gioca a Marassi, non sul sintetico del Manuzzi…

“Già, il nostro terreno velocizza le corse di un buon 10%, noi ci siamo abituati. Ora per la verità c’è anche Mudingayi, in queste settimane è sorridente perchè da un anno non giocava”.

Il mese scorso se l’è presa tanto per gli aiuti concessi da federazione e Lega al Parma. Quanto costa il suo Cesena?

“La gestione mensile è di 300mila euro, il totale dell’attività annuale implica una spesa di 10 milioni lordi, certamente più di quanto sborsi l’Empoli. A gennaio fra l’altro abbiamo ceduto 4 giocatori, scendendo dal budget iniziale di 11 milioni e mezzo”.

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