Gazzetta di Reggio. Il Parma senza professionismo, finirà nel girone con la Correggese e la matricola Lentigione. Lucarelli: “Sarebbe uno schifo se Leonardi potesse collaborare con il Latina”.

11.0.66892159-012-knfF-U43090856693857iCG-593x443@Corriere-Web-Brescia

La versione integrale e iniziale del pezzo per la Gazzetta di Reggio.

http://gazzettadireggio.gelocal.it/sport/2015/06/23/news/parma-stavolta-e-finita-dovra-ripartire-dalla-d-1.11668737?ref=search

Stavolta è finita per davvero, il Parma ripartirà dalla serie D, se completerà l’iter in tempo, e scende una categoria sotto la Reggiana. I tifosi granata aspettavano questo momento già un decennio fa, con il fallimento della Parmalat, allora però fu abile il dg Luca Baraldi a far rientare la società crociata nella legge Marzano e così era rimasto nel grande calcio sino al mese scorso. Un quarto di secolo indimenticabile, con appena una stagione in B, il 2008-’09, con immediata risalita.

La società delle 8 coppe in 10 anni, dal 1992 al 2002, ripartirà dai dilettanti, probabilmente nel girone della Correggese e della matricola Lentigione, dove troverà gli ex Doriano Tosi e Gigi Apolloni, già giocatore e anche allenatore della Reggiana.

Le due cordate interessate alla B si sono defilate prima delle 14 di ieri, termine ultimo per presentare le  offerte. E’ andata così deserta l’ultima asta possibile, era la sesta, a trattativa privata.

Domenica sera aveva abbandonato la competizione Giuseppe Corrado, l’imprenditore delle multisale, con il marchio The Space cinema, partito per primo nel progetto di salvataggio.

“I debiti complessivi rendono impraticabile il percorso economico – spiega nel comunicato -: tra le cifre ammesse allo stato passivo, quelle in corso di maturazione, i contenziosi di prossima definizione e gli impegni contrattuali già sottoscritti con i calciatori, per i prossimi anni”.

Ufficialmente l’impegno immediato era di 22 milioni, più anche solo un paio da mettere sul piatto per portarsi a casa la società. Si rischiava però di arrivare a 55 milioni, partendo dai 5 che la Lega calcio rivoleva, smentendo le garanzie che il comitato creditori ebbe dal presidente Tavecchio, che a propria volta non voleva esporsi ai ricorsi di molte società: a partire dal Brescia, candidato a subentrare in serie B.

Qui si apre il capitolo più interessante anche per la Reggiana, che in base al bacino di utenza, al blasone e ai risultati sportivi degli ultimi 5 anni concorrerà a subentrare nel 22° posto lasciato vacanza in serie B. Non è automatico il ripescaggio della Virtus Entella, sconfitta nello spareggio con il Modena. Sperano anche le altre retrocesse, Cittadella, appunto il Brescia e il Varese, oltre al Bassano sconfitto nella finale playoff.

Tornando al Parma, avrebbero fatto ricorso contro la nuova proprietà anche i giocatori che secondo la curatela fallimentare non avevano diritto all’incentivo all’esodo, non avendo mai giocato nel Parma, neppure per un minuto. In fondo l’incentivo è semplicemente una forma di compenso mascherata, per pagare meno tasse.

E poi in giro per il mondo ci sono club e procuratori aspettavano vecchi pagamenti, come il Manchester City per il bulgaro Bojinov, ceduto nel 2011 e allora si sarebbero rifatti sul Magico Parma. Perchè così si sarebbe chiamata la nuova società, fosse stata aggiudicata alla famiglia Corrado.

Nuovo Parma, invece, era il nome del club pensato da Mike Piazza, fra i coach della nazionale di baseball, ma si è ritirato ieri mattina per gli stessi motivi della cordata cinematografica.

“Non erano sostenibili gli investimenti necessari – annota – e l’avviamento dell’attività era fortemente pregiudicato”. Era appoggiato da altri personaggi del “batti e corri”: l’americano Bill Holmberg, di Miami, e l’allenatore del Parma “Gibo” Gerali, mentre un ruolo tecnico sarebbe andato all’ex portiere del Cagliari calcio

Maurizio Franzone.

Nel pomeriggio, dunque, il giudice Rogato ha dichiarato il fallimento societario, l’esercizio provvisorio si è chiuso ieri e l’unica deroga riguarda la squadra dei Giovanissimi nazionali che insegue lo scudetto con l’ex granata Maurizio Neri.

Nel frattempo, i curatori Guiotto e Anedda proseguono in 4 operazioni: “Quantificare il debito non sportivo e liquidare l’attivo; accertare le responsabilità del dissesto e del mancato controllo, con le azioni risarcitorie conseguenti”.

Alla fine molto ricadrà su Tommaso Ghirardi, l’ex presidente però sostiene di essere stato truffato dall’albanese Taci, che aveva acquistato il Parma, a novembre, ma poi ci ripensò.

L’industriale bresciano è distrutto, si sente come chi ha buttato 8 anni della sua vita e in più i tifosi lo considerano il colpevole, mentre vorrebbe che gli fossero riconoscenti per quell’Europa league conquistata sul campo, un anno fa. E’ accusato di bancarotta fraudolenta, mentre l’ex Pietro Leonardi deve rispondere di concorso in questo reato. Dieci anni fa aveva lasciato la Reggiana in anticipo di qualche mese, lasciando che il parmigiano Ernesto Foglia fallisse da solo. Adesso è consulente del Latina, in serie B.

 

“Questo mi fa schifo – accusa l’ex capitano Alessandro Lucarelli -, la federazione non deve permetterlo. Piazza e Corrado hanno provato a salvarci, ma in due mesi e mezzo non hanno potuto quantificare l’intero debito futuro. Ciò fa capire l’entità dei danni provocati da quei due”. Appunto Leonardi e Ghirardi.

La ripartenza dalla serie D avverrà forse con l’ingegner Giampaolo Dallara, il costruttore di F1, e poi ci sono vari pretendenti da fuori, interessati a investire sui 5 milioni per riportare i crociati in Lega Pro.

Da un anno è stata cancellata la serie C2, dunque esiste una categoria nazionale in meno e fra due anni il Parma potrebbe già essere in B. La serie in cui avrebbe voluto iscriversi la nuova società, se entrambe le cordate non si fossero ritirate in extremis e per i medesimi motivi. Negli ultimi mesi si sono presentati al sindaco Pizzarotti vari personaggi, anche locali. aspettavano soltanto l’epilogo di ieri, per formalizzare le proposte.

Ai 110 calciatori di proprietà del Parma andranno così le briciole degli stipendi che aspettavano. Se ne vanno a parametro zero, il più richiesto è Josè Mauri vicino alla Fiorentina, più che al Milan. Galloppa vorrebbe trasferirsi a Toronto, raggiugendo così l’ex Giovinco, mentre il vicecapitano Gobbi ha già firmato per il Chievo.

Il portiere Mirante ha mercato, mentre i tanti in comproprietà (come il francese Defrel, del Cesena) dovrebbero finire automaticamente alle società che detenevano l’altra metà del cartellino.

Il dg federale Michele Uva era stato a Parma per 5 anni, con lo stesso incarico. “Di più non potevamo fare. Per il passato non abbiamo responsabilità, ma quando una società fallisce c’è sempre un senso di dispiacere. Il mondo del calcio deve essere sostenibile economicamente, quindi bisogna fare il passo lungo quanto la propria gamba. Nel passato abbiamo avuto altri fallimenti importanti, società ripartite e tornate in Serie A: è quello che ci si augura possa accadere anche in futuro. Ma soprattutto ci si augura che non accadano più questi casi”.

E Demetrio Albertini, consulente dei curatori, se la prende con la gestione precedente: “E’ stata indecente, se ne pagano gli sprechi. Il debito sportivo era stato abbattuto, dagli 80 milioni di partenza. Non è bastato”.

Persino fra i tifosi del Parma qualcuno si augurava la ripartenza dalla serie D, considerandola più equa di quest’agonia. Ora l’arlia è tutta della tifoseria ducale, che dall’89 guardava la Reggiana dall’alto verso il basso: di classifica o categoria, compresi i 3 anni condivisi dai granata in serie A.

Vanni Zagnoli

Related Posts

Leave a reply