Il Giornale di Sicilia. Dal Cin su Udinese – Palermo: “Al Friuli si affrontano due squadre di qualità. Zamparini ha grande cuore, Pozzo è un calcolatore, fenomeno dal punto di vista commerciale”.

Maurizio Zamparini
Maurizio Zamparini
Giampaolo Pozzo
Giampaolo Pozzo

L’integralità dell’intervista uscita oggi, su Il Giornale di Sicilia

Vanni Zagnoli

Franco Dal Cin ha inventato tanto, nel calcio italiano. “Eri sempre 10 anni avanti agli altri”, gli ripetevano gli amici. Udinese-Palermo è anche la sua partita, perchè la storia si intreccia a doppio filo con le parabole di Zamparini e Pozzo.

Dal Cin, nell’86 l’attuale presidente del Palermo voleva comprare l’Udinese, fu lei a indirizzarla alla famiglia Pozzo.

“Maurizio – racconta l’ex manager della Reggiana, ceduta dopo 9 stagioni- si appoggiava al dottor Enzo Cainero, commercialista dei suoi magazzini dell’epoca. E’ di Sevegliano e allora nei sogni ha sempre avuto l’Udinese. Io sono di Vittorio Veneto (Treviso), ma abito a Udine da tempo, con mia moglie Graziella: siamo proprio a 500 metri dallo stadio Friuli, spesso ci andavo in bicicletta, da noi è d’obbligo lasciare la macchina in garage. Peraltro è da 6 anni che non vado più sui campi, da un Udinese-Milan, invitato da Galliani”.

Ecco, come aveva conosciuto Zamparini?

“In realtà ci vedemmo solo una ventina d’anni fa, quando eravamo consiglieri di Lega, io con la Reggiana, lui con il Venezia”.

Come andò il passaggio dell’Udine, nell’86?

“Il patron dell’epoca, Lamberto Mazza, voleva venderla per acquistare la Fiorentina: “Mi trovi lei, uno che faccia al caso nostro”. Arrivai in Friuli nel ’76, quando i bianconeri erano in C e c’era stato il terremoto di Gemona, in squadra avevamo Luigi Delneri, poi diventato eccellente allenatore. Teofilo Sanson restò sino all’81, io nell’84 passai all’Inter, lasciai dopo 18 mesi e appunto la proprietà mi chiese una mano”.

Perchè scelse Pozzo?

“In effetti all’epoca era uno sconosciuto, però le sue potenzialità economiche erano evidenti. Aveva l’aereo privato, usato già per la Spagna, e pure inseguiva l’Udinese. Restò molto coperto nel primo periodo, mi ingannò con la sua strategia, perchè non avevo capito che sarebbe voluto restare come unico vero padrone. Quando passai all’Inter, il mercato era in mano ad Ariedo Braida, proprio nell’86 seguì Galliani e Berlusconi al Milan, e allora io tornai per un paio d’anni a Udinese. Era però impossibile andare d’accordo con Pozzo: ha  grandissime qualità, non potevo capirne subito il piano; è un genio perchè ha fatto dell’Udinese una macchina da soldi”.

Con quali controindicazioni?

“E’ in lite ancora oggi proprio con Mazza, del resto è ha problemi con tanti, ne affronta di tutti i generi. E’ complicato perchè ha la mano corta: a Montebelluna si dice che queste persone abbiano una mano normale per ricevere e una più corta per pagare… Io ero finito in mezzo alle due cordate, Mazza scelse la mia preferita e io sposai Pozzo anche perchè il presidente uscente aveva presentato un bilancio non veritiero”.

E’ come se avesse ammesso l’errore, nel senso che poi fece affari con Zamparini…

“Lui lasciò il Pordenone e comprò il Venezia. Ha grandi capacità professionali, nel calcio ha messo tanti soldi e già 20 anni fa, in laguna, parlava di nuovo stadio, privato”.

Costruito da lei a Reggio Emilia…

“Quando la lasciai, mi avvicinai molto a Franco Sensi, che già aveva aiutato la Reggiana con alcuni giocatori e sul piano economico. Oltre alla Roma, aveva comprato il Palermo e quando anche Zamparini lo volle fui testimone della trattativa: Avevano provato ad accordarsi, avevano due caratteri opposti, si mandarono letteralmente affan… al telefono, per disaccordo sulla cifra e allora io intervenni a mediare e il passaggio si concretizzò”.

Al signor Emmezeta restò da piazzare il Venezia…

“Doveva liberarsene, lo trattò a lungo e finì con il regalarmelo. Era in B, con allenatore Bellotto, nel 2002 e 25 milioni di euro di budget sul groppone. In rosa c’era il brasiliano Mancini, giocava poco ma poi esplose alla Roma, con gol anche in Champions: lo suggerii a Sensi, di cui ero consulente”.

Però il Venezia fallì, nel 2005.

“L’ufficio delle entrate spalmò su 25 anni i 120 milioni di euro di debiti della Lazio, anche noi ci aspettavamo la rateizzazione dei 10 milioni al 31 dicembre 2004, invece fece fallire la società. Accadde anche a Salernitana e Perugia e per lo stato fu un controaffare”.

Zamparini non la aiutò a evitare il fallimento?

“Per tre anni fece il massimo, restiamo in rapporti molto cordiali. Al contrario, non avevo mai capito la scelta di Sensi di prendere il Palermo, dove perse tanto. Per la Roma gli consigliai Capello, per lo scudetto, ma era perplesso (“Verrebbe a comandare in casa mia”) e Batistuta, con loro arrivò il terzo scudetto”.

Intanto, a Venezia…

“Montava l’odio per Zamparini, sceso in Sicilia. Nel confronto diretto comunque vincemmo al Barbera, eravamo in serie B, nel 2002-03, mentre si pensava a una nostra sconfitta scontata. Lì ero venuto con l’Udinese, tornai in vacanza a Mondello. Ai rosanero portai solo il terzino Adriano, poi passato all’Atalanta”.

Meglio Pozzo o Zamparini, in assoluto?

“Il presidente del Palermo ha grande cuore e umanità, pur essendo attento agli affari. Pozzo è un fenomeno, un calcolatore, artefice di capolavori commerciali. I friulani amavano Teofilo Sanson, scomparso l’anno scorso, e Zamparini sarebbe stato altrettanto apprezzato, nella nostra regione, perchè si fa voler bene. Non so quanto Pozzo sia davvero amato o solo rispettato”.

Perchè ha comprato anche Granada e Watford?

“Ha un progetto, con senso logico. Al contrario per esempio dell’ex ad bianconero Leonardi, che al Parma voleva scimiottare l’Udinese. Fra i 100 tesserati friulani, 80 sono di prospettiva, l’ex presidente Ghirardi invece si era trovato con gente non da serie A”.

Dybala chi le ricorda?

“Ha un po’ di Zico, per caratteristiche. Il “galinho” (galletto) è destro, ha tecnica anche migliore ma era più potente sulle gambe, per un lavoro specifico in gioventù. Dybala è più alto, fra l’altro”.

Domani come finisce?

“Al Friuli si affrontano squadre di qualità, di livello”.

vzagn

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